Dall'amico Michele Boato ricevo e pubblico immediatamente...
Lo so, adesso alle elezioni, con la scusa di “turarsi il naso” purchè non vinca Berlusconi, ci vorrebbero far dimenticare della sera del 17 febbraio 2007: appena tornati dall’enorme manifestazione di Vicenza contro il raddoppio della base Usa nel sito Dal Molin, abbiamo acceso la Tv per vedere le immagini del fiume interminabile dei 200mila; invece abbiamo avuto l’amarissima sorpresa di sentire il commento, quasi sarcastico, di Prodi che, dall’estero, proclamava “Manifestare è un diritto, ma la base verrà raddoppiata”. Qualche mese dopo, alle elezioni provinciali di Vicenza la sinistra ebbe un crollo di circa diecimila voti rispetto all’anno precedente, dai Ds uscirono metà dei consiglieri comunali, assieme alla deputata vicentina Lalla Trupia e via auto-demolendo il già debolissimo centro-sinistra veneto.
Ci vorrebbero anche far dimenticare di quando, nel 2006, il governo Prodi ha calpestato le solenni promesse elettorali fatte a Venezia da Rutelli: “Sul Mose faremo esattamente quello che ci chiede Cacciari, quando sarà eletto sindaco”.
Quella volta, in molti, ingenui, ci abbiamo creduto. Personalmente, al ballottaggio, ho fatto una forte campagna a favore di Cacciari sindaco, anche perché, dall’altra parte (coperti dietro la faccia pulita di Casson), c’era quella cosiddetta “sinistra” e quei cosiddetti “verdi” che il Mose lo avevano approvato in Consiglio Comunale, con la furbizia di dire “No al Mose… a meno che il governo Berlusconi con accetti tutte le nostre durissime condizioni”. Le condizioni era così “dure”… che Berlusconi le ha accettate il giorno dopo. E ora ci ritroviamo il Mose, tra mille sconquassi e illegalità, tutte coperte dal governo Prodi e dal suo solerte scudiero-con-le-mani-pulite Di Pietro. Invano abbiamo detto e ridetto che “Arca” costava un decimo del Mose, non faceva danni all’ambiente e risolveva il problema delle acque alte eccezionali…
Ora vorrebbero farci perdere la memoria anche per:
la Tav, una bestemmia dal punto di vista economico, ambientale e dei trasporti (mentre i pendolari viaggiano su carri bestiame),
l’esercito italiano mandato in guerra in Irak e poi in Afghanistan, grazie a Berlusconi, Prodi e D’Alema
la vergogna dei rifiuti di Napoli, terra del pluri-inquisito Bassolino e del distratto Pecoraro,
l'aumento ulteriore delle spese militari e del 61% delle esportazioni di armi, grazie ai ministri Bonino e Parisi,
la chimica del cloro a Marghera, solennemente bocciata dall’85% del popolo veneziano, ma difesa a spada tratta da Cacciari e dai suoi, tradendo la fiducia degli elettori, in cambio, forse, di un pugno di chimici.
Contando sulla nostra smemoratezza, ora ci vengono a chiedere il voto per Veltroni ed il “falco” di Confindustria Calearo o per Bertinotti ed il “nonviolentissimo” dei centri sociali napoletani Caruso. Con che coraggio?
Con che coraggio ci spiegano che solo a loro si da un “voto utile”: a fare che cosa?
Ecco perchè, questa volta, è diffusissima la voglia di NON votare per nessuno.
Con due “avversari” che si copiano il programma, che si scambiano i candidati (industriali, ex prefetti, ex ministri), e invitano gli elettori a votare “per i partiti maggiori” (l'uno o l'altro, poco importa...).
Con TUTTI i partiti che:
- calpestano l'articolo 11 della Costituzione (“L'Italia ripudia la guerra”) votando e rivoltando la presenza e gli enormi finanziamenti per l'esercito italiano in Afghanistan
- contemporaneamente, si aumentano lo stipendio di parlamentari
- impediscono che gli elettori possano scegliere, con una preferenza, il candidato che preferiscono.
Per dare una risposta a questo squallore, per cercare di dare un segnale di speranza a chi non si rassegna, senza pensarci più di tanto, ho deciso di accettare la proposta, fatta dal sen.Rossi ai movimenti ecologisti, nonviolenti e femministi, di candidarci nella lista civica “Per il bene comune”.
Non conoscevo personalmente Nando Rossi, uno dei due soli senatori che hanno votato contro la guerra in Afghanistan
; l'ho ascoltato all'assemblea (per discutere l’ipotesi di liste nonviolente, ecologiste e femministe, per superare l’abisso tra Palazzo e popolazione) che abbiamo organizzato a Bologna del 2 marzo scorso, e mi è sembrato una persona onesta: “Noi vi apriamo le liste; siete liberi di non accettare, ma forse non vi accadrà più di poter partecipare, come rappresentanti di movimenti di base, ad elezioni nazionali, senza l'enorme (insormontabile) fatica di raccogliere in tutta Italia, in pochi giorni, decine di migliaia di firme autenticate. Dobbiamo ringraziare anche Franca Rame che, garantendo la seconda firma di un(a) parlamentare, lo ha permesso”.
Mi fermo vi chiedo
invece di astenervi o annullare la scheda,
(se condividete le proposte del “manifesto di Bologna” riportate qui sotto)
di sostenere questa lista, che ha anche un bel nome:
“Per il bene comune”
Personalmente, qualora venissi eletto alla Camera dei deputati, prendo pubblicamente questi impegni:
- lavorare duro, in Parlamento e fuori, per portare avanti gli obiettivi (decrescita e benessere nella sobrietà, solare, smilitarizzazione del territorio, difesa e ampliamento della democrazia, società aperta e diritti delle donne) che nascono dalle lotte dei movimenti e che abbiamo sintetizzato nel “manifesto di Bologna”
- mantenere strettissimi legami con i comitati e le associazioni che nei vari territori danno l’anima per una società più pulita e solidale
- organizzare periodicamente assemblee, aperte a tutti, di verifica dell’operato in Parlamento
- versare a questi movimenti, per sostenere le loro attività, la metà dello stipendio da parlamentare (come ho già fatto, da consigliere regionale del Veneto, negli anni ’90) con un rendiconto pubblico trimestrale
Michele Boato
presidente Ecoistituto del Veneto e direttore riviste Gaia e Tera e Aqua
capolista “Per il bene comune” in Veneto,
e candidato di sostegno in Emilia R., Friuli V.G, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Il secondo testo era già stato pubblicato, ma si sa, repetita juvant...
Giuliano
dall'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 nasce la
RETE DI DONNE E UOMINI PER L'ECOLOGIA ,
IL FEMMINISMO E LA NONVIOLENZA
Ci siamo incontrati in molti, da tutta Italia, per dare assieme una risposta all'abisso che divide il Palazzo dalla popolazione, per uscire dalla subalternità e dal fatalismo del “non si può fare nulla” contro le continue guerre, le devastazioni ambientali, il maschilismo e i fondamentalismi che negano la dignità di tutti gli esseri umani, le mafie e il razzismo, le sopraffazioni e le ingiustizie
Ci siamo detti che, sulle questioni più importanti, come
- la partecipazione anti-Costituzionale dell'Italia alla guerra in Afghanistan,
- lo scandalo della Tav, del Mose, dei rigassificatori e degli inceneritori, dell’incremento dissennato del trasporto aereo e delle autostrade
- la provocazione della nuova base militare Usa a Vicenza e di testate nucleari a Ghedi ed Aviano
- il razzismo, l’informazione negata, la corruzione e le complicità con i poteri criminali
i governi di destra e di centrosinistra non hanno mostrato grandi differenze
Perciò noi, che facciamo parte dell'arcipelago di comitati, associazioni, movimenti e persone che non si sono stancate di lottare contro le ingiustizie, le guerre e le violenze (anche contro gli amici animali), il razzismo e le mafie, il maschilismo e la devastazione delle relazioni umane e della biosfera, e ci sforziamo di realizzare una società e una vita più amichevole e più sana, fuori dall’ossessione consumistica e dall’invasione dei rifiuti, in armonia con la natura e nella difesa dei beni comuni, come nostra sorella acqua,
abbiamo deciso
di riprendere il cammino iniziato con la nonviolenza di Aldo Capitini e Maria Montessori, il socialismo libertario di Rosa Luxemburg e Lelio Basso, l'
anti-autoritarismo del '68, il femminismo che dagli anni 70 illumina le nostre vite , l'ecologismo di Laura Conti e Alex Langer e del primo Arcipelago verde.
per costruire,
con un metodo basato su comunicazione, concretezza, inclusione, democrazia dal basso e rispetto reciproco:
- una rete che colleghi e rafforzi le moltissime esperienze locali, e, partendo da esse, prepari anche una presenza diretta del movimento in politica, attraverso la costruzione di liste pulitissime, fatte da uomini e donne coraggiose, disinteressate, nonviolente e competenti
- un programma che, uscendo dal “pensiero unico” di sviluppo e crescita, si basi su:
1. decrescita e ricerca del benessere nella sobrietà,
2. energia solare, risparmio e bioarchitettura per diventare indipendenti dai combustibili fossili, dal ricatto nucleare e dalle emissioni di gas serra e di polveri cancerogene
3. difesa della democrazia e suo ampliamento verso i referendum locali e il potere dal basso,
4. smilitarizzazione del territorio,
con riduzione delle spese militari, abbandono di armamenti offensivi e basi usa, nucleari e non, creazione di un corpo civile di pace europeo
5. società accogliente, solidale e aperta alle diversità, nel rispetto delle regole di convivenza e solidarietà, con un forte impegno per i diritti delle donne e contro la violenza su di esse; con un particolare impegno all'educazione al genere ed al rispetto tra i generi; un impegno alla lotta contro la violenza di genere e all'analisi di genere di ogni progetto; apertura alle varie culture, ma né tradizioni né ideologie possono essere usate per negare alle donne i loro diritti umani.
- regole di comportamento comuni che:
1. impediscano la politica come professione e come strumento di arricchimento,
2. instaurino un confronto diretto sistematico tra elettori ed eletti,
3. pratichino il principio del 50% di presenza femminile in ogni sede istituzionale
4. applichino la scelta della nonviolenza anche nel linguaggio
La precipitazione della crisi di governo impedisce materialmente la presentazione di queste liste alle prossime elezioni (con la conseguenza di diverse scelte, dal voto per “il meno peggio” di quello che i partiti di centro e di sinistra propongono, alla disponibilità di
candidarsi nella lista civica “Per il bene comune”, fino all'astensionismo attivo), ma
l'assemblea ha deciso di mettere le basi per la rete
- utilizzando anche a questo scopo il quotidiano telematico “La nonviolenza in cammino”
- aprendo la lista di discussione “Donne e uomini per ecologia e nonviolenza” con l'aiuto
tecnico della rete di Lilliput
- riconvocandosi subito dopo le elezioni, sabato 19 aprile dalle ore 10 alle 17, ancora a
Bologna, nella stessa Sala Sindacale della stazione ferroviaria, per decidere un programma,
iniziative e ulteriori strumenti di lavoro comuni.
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