"Fermate la guerra e noi non verremo in Europa", con poche parole un tredicenne spiega al mondo l'esodo siriano
Alessandra
Teichner, L'Huffington Post 03/09/2015
"Fermate la guerra in Siria, e noi non verremmo in Europa". Schietto come solo un bambino potrebbe dirlo. E infatti è stato proprio un tredicenne a spiegare con queste parole alle telecamere di Al Jazeera la motivazione dell'esodo dei siriani verso l'Europa: la guerra.
"Fermate la guerra in Siria, e noi non verremmo in Europa". Schietto come solo un bambino potrebbe dirlo. E infatti è stato proprio un tredicenne a spiegare con queste parole alle telecamere di Al Jazeera la motivazione dell'esodo dei siriani verso l'Europa: la guerra.
Insieme
a tanti altri è giunto a Budapest con la sorellina, fuggito da
Daraa, città della Siria. I suoi occhi sembrano rassegnati, e con
umiltà ed estrema lucidità, in poche parole (e in perfetto
inglese), lancia un appello al mondo, che sembra quasi una preghiera.
Nell'inquadratura
di Al Jazeera si nota attorno a lui un gruppo di adulti, accennano un
sorriso intenerito, osservano come le sue parole così semplici
riescano a dipingere una realtà così complessa.
"Alla
polizia non piacciono i siriani, in Serbia, in Ungheria, in
Macedonia, in Grecia" dice il bambino. "Perciò, qual è il
tuo messaggio", gli chiede il giornalista. "Il mio
messaggio è: per favore, aiutate i siriani. I siriani hanno bisogno
di aiuto adesso. Fermate la guerra adesso. Semplicemente fermate la
guerra. Solo questo".
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