di Irene Brickner in “derstandard.at” del 22 maggio 2014 (traduzione: www.finesettimana.org)
Martha Heizer è stata scomunicata a causa di messe private.
No, non si sente amareggiata, dice Martha Heizer, presidente del gruppo riformatore critico
romano-cattolico “Noi siamo Chiesa”. Piuttosto, dopo la sua scomunica divenuta ufficiale giovedì,
prova sentimenti contrapposti.
Infatti, afferma la sessantaseienne tirolese pedagogista di materie religiose in pensione, da un lato si
è impegnata come cattolica convinta praticamente per tutta la vita a favore della Chiesa, ha cercato
di rinnovare la Chiesa affinché essa continuasse ad essere attraente: un legame profondo.
Però quando nel settembre 2011 una giornalista di ORF le aveva chiesto se poteva riferire delle
messe private del gruppo di fedeli che si riunivano presso gli Heizer dal 2008, lei e suo marito Gerd
non avevano potuto rifiutare: nascondere questo alla pubblica opinione sarebbe loro apparso
inautentico in quel momento, mentre veniva discusso l' “appello alla disobbedienza”.
Tale appello si poneva tra l'altro il problema relativo al dogma secondo il quale solo ai preti è lecito
distribuire l'eucaristia, la santa comunione [ndr.: il termine “erteilen” usato dalla giornalista
significa “distribuire”]. Ma succedeva proprio questo – e continua a succedere – nell'ambito delle
celebrazioni eucaristiche del gruppo di preghiera ad Absam. Secondo Heizer tale gruppo esiste da
un quarto di secolo: “in un luogo in cui ci troviamo bene”. Prima anche il parroco locale
partecipava, poi però morì, e le messe private continuarono ad aver luogo.
Assolutamente ci si può interrogare sul ruolo del prete, dice la pedagogista e psicologa impegnata
femminista, che prima di andare in pensione ha insegnato per 20 anni presso la facoltà teologica di
Innsbruck istruendo insegnanti di religione delle scuole superiori. I preti creano una “società divisa
in classi” nella Chiesa cattolica, afferma: “Qui il clero, là i fedeli”.
Per questo non è più così decisamente come prima a favore del presbiterato femminile, dice questa
donna sposata da 41 anni e madre di tre figli adulti.
La possibilità che hanno ora a disposizione, di procedere contro la scomunica entro dieci giorni,
Heizer e il marito non la useranno: “Non accettiamo la punizione”. Come può avvenire questo
proprio durante il pontificato di Francesco, che passa per essere un papa riformista? Il procedimento
era in corso già da anni, spiega la Heizer, critica nei confronti della Chiesa da cui è ora bandita:
“Tutto questo rientra nel vecchio sistema”.
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