Ricevo dalle amiche dell'Associazione Donne e Mamme Musulmane l'invito a pubblicare questo loro articolo. Lo faccio volentieri...
Dato che, giustamente, ci hanno chiesto di dire la
nostra sulla questione lo facciamo con senso del dovere e di giustizia, che
riteniamo fondamentali nella nostra vita di credenti musulmane soprattutto
quando ci rivolgiamo pubblicamente a chi non ci conosce.
Ci preme innanzitutto sottolineare che senza ombra di
dubbio condanniamo ciò che sta accandendo alle liceali rapite, alle quali
doneremo le nostre preghiere, i nostri pensieri, le nostre speranze affinchè
vengano liberate il più presto possibile.
Oltre ciò è come minimo doveroso dichiarare ad alta
voce che l’Islam con tutto ciò NON HA NIENTE A CHE FARE NELLA MANIERA PIU’
ASSOLUTA. L’Islam vieta il rapimento, la tortura, la violenza, la coercizione,
l’obbligo di matrimonio e di conversione nei confronti di chiunque, uomini e
donne.
E’ un grave peccato tutto ciò, che non è
giustificabile in nessuna maniera e che mai nessun VERO credente musulmano
potrebbe mai accettare o tollerare.
Proprio di recente autorità religiose islamiche note a
livello mondiale hanno condannato quel che sta avvenendo, dichiarandolo come
estraneo ai nobili insegnamenti dell’Islam. Si tratta del mufti (autorità che
ha titolo per emettere verdetti giuridici) dell’Arabia saudita Abd El Aziz Al
Shaikh, che ha dichiarato i componenti del gruppo Boko Haram come dei “deviati”
che infangano l’immagine dell’Islam, di Al Ahzar, Egitto, una delle università
islamiche e centro religioso fra i più conosciuti e attivi al mondo e di varie
altre realtà.
Detto questo, ci preme però anche ricordare tutte le
altre donne che in questo preciso momento a loro volta stanno patendo degli
immaginabili soprusi, come le donne siriane, le quali vengono stuprate,
torturate, uccise e utilizzate a piacimento come “bottino di guerra” da chi
sfrutta la situazione per sfondare il muro della ribellione contro la dittatura
di Al Assad.
E le donne palestinesi, oramai “fuori moda” e quasi
dimenticate dai media, che però ogni giorno continuano a lottare per la
sopravvivenza loro e dei loro figli in un territorio che giorno dopo giorno
viene sottratto loro da sotto i piedi, e in case che da un momento all’altro
non si ritrovano avere più.
E le donne e ragazze musulmane birmane di etnia
Rohingya, che vengono sturpate e torturate, discriminate in quanto minoranza e
costrette a diventare buddhiste contro la loro volontà, le quali non sono state
nè dimenticate nè messe da parte dai media mondiali: non vengono considerate
proprio.
E tutte le altre donne, quelle incarcerate
ingiustamente a causa dei loro familiari, allontanate per anni dai loro figli e
dai loro cari che pagano per colpe che non hanno, quelle che sono costrette a
lavorare fin da bambine, che subiscono il turismo sessuale da parte di ricchi
pervertiti perchè povere e disperate, costrette a diventare donne saltando del
tutto l’infanzia per poi invecchiare e morire malate, sole e dimenticate da
tutti magari già a 40 anni.
Per poi arrivare qui, nella nostra Italia, dove
vediamo donne disperate sui barconi della speranza in cinte, malate, debilitate
dalla fatica stremante del viaggio che qualcuno vorrebbe non assistere quando
si avvicinano alle coste italiane con il loro povero fagotto contenente i loro
pochi averi di una vita e il peso di una vita inenarrabile sulle spalle.
Le campagne anti violenza et similia ben vengano, ma
devono essere perpetrate nel tempo e dedicate a tutti coloro che ne hanno
bisogno, non è giusto che diventino una moda del momento che poi, finita
l’emergenza più eclatante, finiscano nell’oblio di chi ha una vita fortunatamente
agiata tra divano, computer e tv.
Questo non sarebbe giusto nemmeno per queste povere
studentesse nigeriane che necessitano di vero aiuto e di vera compassione, non
di slogan o pietà a tempo determinato.
L.A.B.
http://associazionemusulmane.wordpress.com/2014/05/13/a-proposito-del-rapimento-delle-ragazze-nigeriane-e-di-tutte-le-altre-donne-come-noi/
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