Archivio iniziative periodiche
Natura e storia
Dopo l'intensa partecipazione che ha accompagnato la lunga serie di seminari sulla Modernità, con questo nuovo ciclo di lectures, affidate a studiosi italiani e stranieri di discipline diverse, la Fondazione Basso si propone di fare il punto sulle nuove frontiere del rapporto tra scienze umane e scienze naturali.
Se nel corso del Novecento abbiamo assistito a un significativo e contrastato passaggio dall'antitesi tra positivismo e storicismo a una tendenziale unificazione delle "due culture" sotto il paradigma della complessità, oggi il centro gravitazionale della ricerca sembra essersi decisamente spostato – sotto la duplice e convergente spinta della biologia (o meglio delle "scienze del vivente") e della tecnologia (o meglio dei nuovi dispositivi artificiali di intervento sul mondo-ambiente e di manipolazione dei corpi) – su due aspetti fra loro interconnessi:
1) l'intreccio fra storicizzazione della natura e naturalizzazione della storia: con la conseguente de-assolutizzazione e problematizzazione dell'antitesi Natura-Storia;
2) la ricaduta sulla natura di una dinamica storico-culturale, socioeconomica e socialtecnologica globale imperniata sull'imperativo categorico della crescita: con effetti di saturazione delle risorse e di alterazione degli equilibri dell'ecosistema, che finiscono per retroagire a loro volta sui modelli di comportamento, sulle "forme di vita", sulle logiche di riproduzione e sulle stesse basi di sopravvivenza delle società umane.
PROGRAMMA
Tutti i seminari si svolgeranno alle ore 17.00 presso la Sala conferenze
della Fondazione Basso - Via Dogana Vecchia, 5
2013:
- Mauro Dorato, Il tempo nel mondo fisico, 18 gennaio 2013
- Elena Pulcini, Il mondo ambiente, 24 gennaio 2013
- Alberto Oliverio, Natura e storia nel cervello umano, 8 febbraio 2013
- Laura Bazzicalupo, La dimensione della biopolitica, 7 marzo 2013
- Marina D’Amelia, Il posto della madre tra natura e storia, 22 marzo 2013
2012:
- Guido Viale, La conversione ecologica 6 marzo 2012
- Carlo Bernardini, La ricerca scientifica come investimento 18 aprile 2012
- Giulio Giorello, La libertà della matematica 2 maggio 2012
- Edoardo Boncinelli, La biologia come insieme di storie naturali 9 maggio 2012
- Remo Bodei, Il tramonto della natura umana 23 maggio 2012
- Gilberto Corbellini, Scienza e democrazia: un’ipotesi storico-naturalistica sull’origine della libertà dei moderni 14 giugno 2012
- Andrea Carandini giugno (data e titolo da definire)
per informazioni: www.fondazionebasso.it
lunedì 28 gennaio 2013
domenica 27 gennaio 2013
GIORNO DELLA MEMORIA
In un paese che di memoria storica ne ha poca, ci voleva un giorno dedicato. Domani però se ne saranno dimenticati tutti, o quasi. Come del resto succede alla Costitutzione: è stata dimenticata in ogn sua parte, in ogni suo articolo, in ogni suo comma. Anche se viene citata spesso. La tutela della salute, del lavoro, del paesaggio, dei diritti, della gratuità della scuola dell'obbligo, dell'entrata in guerra, e via dicendo. Anche della XII disposizione transitoria e finale, se ne sono/ci siamo diementicati: vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista. Certo ora non c'è più il PNF Partito Nazionale Fascista o il Partito Fascista Repubblicano. Però ci sono molti raggruppamenti che al fascismo si richiamano: da Forza Nuova a Casa Pound (tra l'altro, la figlia del poeta ha diffidato i membri di questo gruppo a continuare chiamarsi Pound), per non citare che i più famosi. Ora abbiamo anche Alba Dorata, nella sua italica versione.
Del resto basta digitare certti termini su un qualsiasi motore di ricerca e viene fuori di tutto.
A proposito, come mai nel nostro (bel)Paese non c'è il reato di negazionismo?
Del resto basta digitare certti termini su un qualsiasi motore di ricerca e viene fuori di tutto.
A proposito, come mai nel nostro (bel)Paese non c'è il reato di negazionismo?
venerdì 25 gennaio 2013
LETTERA A FORMIGONI
Caro Formigoni,
prima di spegnere la luce nei due grattacieli che non saranno più tuoi, fa’ la cosa giusta (almeno una).
Forse ti starai chiedendo qual è la cosa giusta da fare. Effettivamente ne dovresti fare un bel po’, ma il
tempo stringe e te ne proponiamo noi una: ordina a tutta le strutture sanitarie lombarde di attuare l’accordo Stato-Regioni sull’assistenza sanitaria ai cittadini stranieri.
E’ stato sottoscritto un mese fa da tutte le Regioni, Lombardia compresa.
Magari non te ne sei ancora accorto.
Ti diamo una mano informandoti che il senso di quell’accordo è di rendere omogenea a livello nazionale l’assistenza sanitaria ai cittadini stranieri.
La Regione Lombardia, a proposito di eccellenza!!!, è tra quelle che hanno fatto di meno. Ora le tocca fare
di più.
Quindi, datti una mossa e fai quel che devi per garantire:
- l’iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale dei minori stranieri anche in assenza del permesso di soggiorno;
- l’iscrizione volontaria al Servizio Sanitario Regionale per i cittadini stranieri ricongiunti con più di 65 anni;
- il rilascio preventivo del codice Straniero Temporaneamente Presente (STP) per facilitare l'accesso allecure per i cittadini stranieri irregolari;
- l’equiparazione dei livelli assistenziali ed organizzativi del codice STP per i cittadini stranieri neocomunitari
per i quali, in altre Regioni, è previsto l’uso del codice Europeo Non Iscritto (ENI).
Troppo impegnativo? Troppo poco tempo? E pensa che abbiamo selezionato solo le richieste più urgenti…
Fa’ la cosa giusta, dai… almeno una!!!
Il Naga
Vuoi firmare anche tu la lettera? Scrivilo a naga@naga.it e metteremo sul nostro sito la lettera con tutte le firme
giovedì 24 gennaio 2013
LETTERA A BERSANI
Gentile Pierluigi Bersani, Segretario nazionale del Partito Democratico,
sono rimasto stupito del suo sostegno esplicito al governo Monti anche nella scelta di agevolare l’avventura bellica francese in Mali.
Il governo italiano in carica – che ha operato in questi mesi drastici tagli alle protezioni sociali confermando, invece, le folli spese militari, mettendole al sicuro per i prossimi anni – chiude la sua esperienza politica, in modo coerente con questa impostazione bellicista, concedendo addestratori e “supporto logistico al trasferimento militare” per l’intervento armato della Francia in Mali. Si tratta di un governo che con questa scelta ripudia, ancora una volta, la Costituzione repubblicana. La cui politica estera è dunque, a sua volta, da ripudiare, piuttosto che avallare.
Con essa, è necessario ripudiare una politica internazionale che ha visto anche il nostro Paese ingaggiato, dal 2001 ad oggi, in interventi armati, in giro per il mondo, con il pretesto della lotta al terrorismo: dall’Iraq all’Afghanistan alla Libia. Gli unici risultati ottenuti con lo strumento militare sono stati il proliferare e l’estendersi del terrorismo internazionale, la crescita incontrollata della spesa pubblica per gli armamenti – che oggi superano, globalmente considerate, di gran lunga il picco della “corsa agli armamenti” della guerra fredda – gli incrementi vertiginosi dei profitti delle multinazionali delle armi, che non conoscono crisi economica, e le innumerevoli vittime civili, delle quali nessuno tiene neanche più i conteggi. Come denuncia da tempo inascoltato il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, oggi si spende per le armi in un solo giorno il doppio del bilancio dell’ONU di un intero anno.
E’ necessario dunque ripudiare questo meccanismo perverso attraverso il quale le potenze militari, da un lato, impediscono alle Nazioni Unite di poter operare efficacemente e preventivamente e, dall’altro, si sostituiscono ad esse militarmente, svuotando i loro arsenali dall’alto dei cieli (per riempirli subito dopo riammodernati) e posizionandosi negli scacchieri strategici a vantaggio delle proprie risorse energetiche.
Questo è esattamente il caso del Mali, dove da decenni la democrazia e i diritti umani sono calpestati da regimi corrotti, largamente sostenuti dal governo francese, il quali oggi – nel nome degli stessi diritti umani – interviene a supporto militare del governo locale (nato da un colpo di stato), si sostituisce alle Nazioni Unite che chiedevano la protezione delle popolazioni civili a cura di truppe africane, e corre, di fatto, a proteggere militarmente le riserve di uranio necessarie alle proprie le centrali nucleari, aumentando così la gravità della crisi umanitaria in corso. Ciò il nostro Paese non può avallarlo.
Tuttavia ha ragione, Segretario, a dire che la Francia non può essere lasciata da sola, infatti essa va aiutata a ricondursi a ragione, perché come scriveva Papa Giovanni – ben presente nel suo Pantheon personale – nell’enciclica “Pacem in terris”, “alienum est a ratione bellum”, la guerra è una follia!
Infatti, la guerra, la sua preparazione e le sue conseguenze, non è la soluzione, ma la causa prima della violazione dei diritti umani nel mondo. Per attrezzarsi a proteggere davvero i diritti di uomini, donne e bambini è necessario ridare autorevolezza e capacità di intervento diretto alle Nazioni Unite, attraverso la costituzione di una vera forza di polizia internazionale e, insieme, di un corpo civile di interposizione non armato, messi in grado operare efficacemente, sia in fase di prevenzione dei conflitti, che di mediazione tra le parti, che di riconciliazione successiva agli eventi bellici.
Un politico di razza come Mohandas K. Gandhi diceva che in politica il compromesso è necessario (con gli alleati e anche con gli avversari) sugli aspetti secondari, ma non è mai possibile sui principi fondamentali. Si dà il caso che l’art. 11, che ripudia la guerra non solo come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, ma anche come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, sia proprio un “principio fondamentale” della nostra Costituzione. Ossia un valore non negoziabile.
Dunque, non è possibile costruire un’Italia e un mondo più giusti, e più sicuri, senza ripudiare davvero la guerra, piuttosto che la sua Costituzione. Agendo politicamente di conseguenza.
Cordiali saluti.
Pasquale Pugliese
Segretario nazionale del Movimento Nonviolento
(candidato indipendente nella lista di SEL Emilia Romagna)
www.pasqualepugliese.wordpress.com
Piccola nota mia
Trovo che sia difficile votare con serenità alle prossime elezioni (oddio, non è che alle precedenti sia andata meglio). Per diversi motivi: cercherò di essere sintetico.
La politica del tanto peggio, tanto meglio non funziona.
La politica del votare per un partito, turandosi il naso, come suggeriva Montanelli, ci ha portato alla rovina.
La politica di votare uno per non far vincere l'altro, ugualmente non funziona.
Non c'è, al momento un partito che sia veramente alternativo. La destra mi fa un po' schifo. I radicali, non ne parliamo. Grillo (è di destra e quindi mi sono già espresso). Ingroia, è un magistrato rivoluzionario (?). Schieramenti di sinistra non mi risulta che ci siano. Rimane SEL. Bella fregatura. La voterò, forse, però appoggia, per l'appunto Bersani. E Bersani non è 'diverso': è l'ala sinistra del liberismo, come Berlusconi ne è l'anima di destra.
Certo è che siamo messi male. Un piccolo suggerimento per i partiti per un programma minimo minimo:
-tagliare le spese militari (perchè non abolirle? a che serve l'esercito?);
-abrogare la Bossi Fini (legge razzista e fascista, indegna di un popolo; sedicente civile);
-patrimoniale (che paghino un po' i ricchi, gli evasori e gli elusori fiscali: io mi sono un po' rotto di lavorare per più di sei/settemesi l'anno solo per pagare le tasse quando, tanto per fare un esempio, in Liguria, dove sono nato e vivo e lavoro, è aumnentata a dismisura la richiesta degli immobili di lusso nei centri 'bene' come Bordighera e Santa Margherita Ligure);
-difendere la sanità e la scuola pubblica (che ormai hanno già dato tutto quello che potevano...).
sono rimasto stupito del suo sostegno esplicito al governo Monti anche nella scelta di agevolare l’avventura bellica francese in Mali.
Il governo italiano in carica – che ha operato in questi mesi drastici tagli alle protezioni sociali confermando, invece, le folli spese militari, mettendole al sicuro per i prossimi anni – chiude la sua esperienza politica, in modo coerente con questa impostazione bellicista, concedendo addestratori e “supporto logistico al trasferimento militare” per l’intervento armato della Francia in Mali. Si tratta di un governo che con questa scelta ripudia, ancora una volta, la Costituzione repubblicana. La cui politica estera è dunque, a sua volta, da ripudiare, piuttosto che avallare.
Con essa, è necessario ripudiare una politica internazionale che ha visto anche il nostro Paese ingaggiato, dal 2001 ad oggi, in interventi armati, in giro per il mondo, con il pretesto della lotta al terrorismo: dall’Iraq all’Afghanistan alla Libia. Gli unici risultati ottenuti con lo strumento militare sono stati il proliferare e l’estendersi del terrorismo internazionale, la crescita incontrollata della spesa pubblica per gli armamenti – che oggi superano, globalmente considerate, di gran lunga il picco della “corsa agli armamenti” della guerra fredda – gli incrementi vertiginosi dei profitti delle multinazionali delle armi, che non conoscono crisi economica, e le innumerevoli vittime civili, delle quali nessuno tiene neanche più i conteggi. Come denuncia da tempo inascoltato il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, oggi si spende per le armi in un solo giorno il doppio del bilancio dell’ONU di un intero anno.
E’ necessario dunque ripudiare questo meccanismo perverso attraverso il quale le potenze militari, da un lato, impediscono alle Nazioni Unite di poter operare efficacemente e preventivamente e, dall’altro, si sostituiscono ad esse militarmente, svuotando i loro arsenali dall’alto dei cieli (per riempirli subito dopo riammodernati) e posizionandosi negli scacchieri strategici a vantaggio delle proprie risorse energetiche.
Questo è esattamente il caso del Mali, dove da decenni la democrazia e i diritti umani sono calpestati da regimi corrotti, largamente sostenuti dal governo francese, il quali oggi – nel nome degli stessi diritti umani – interviene a supporto militare del governo locale (nato da un colpo di stato), si sostituisce alle Nazioni Unite che chiedevano la protezione delle popolazioni civili a cura di truppe africane, e corre, di fatto, a proteggere militarmente le riserve di uranio necessarie alle proprie le centrali nucleari, aumentando così la gravità della crisi umanitaria in corso. Ciò il nostro Paese non può avallarlo.
Tuttavia ha ragione, Segretario, a dire che la Francia non può essere lasciata da sola, infatti essa va aiutata a ricondursi a ragione, perché come scriveva Papa Giovanni – ben presente nel suo Pantheon personale – nell’enciclica “Pacem in terris”, “alienum est a ratione bellum”, la guerra è una follia!
Infatti, la guerra, la sua preparazione e le sue conseguenze, non è la soluzione, ma la causa prima della violazione dei diritti umani nel mondo. Per attrezzarsi a proteggere davvero i diritti di uomini, donne e bambini è necessario ridare autorevolezza e capacità di intervento diretto alle Nazioni Unite, attraverso la costituzione di una vera forza di polizia internazionale e, insieme, di un corpo civile di interposizione non armato, messi in grado operare efficacemente, sia in fase di prevenzione dei conflitti, che di mediazione tra le parti, che di riconciliazione successiva agli eventi bellici.
Un politico di razza come Mohandas K. Gandhi diceva che in politica il compromesso è necessario (con gli alleati e anche con gli avversari) sugli aspetti secondari, ma non è mai possibile sui principi fondamentali. Si dà il caso che l’art. 11, che ripudia la guerra non solo come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, ma anche come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, sia proprio un “principio fondamentale” della nostra Costituzione. Ossia un valore non negoziabile.
Dunque, non è possibile costruire un’Italia e un mondo più giusti, e più sicuri, senza ripudiare davvero la guerra, piuttosto che la sua Costituzione. Agendo politicamente di conseguenza.
Cordiali saluti.
Pasquale Pugliese
Segretario nazionale del Movimento Nonviolento
(candidato indipendente nella lista di SEL Emilia Romagna)
www.pasqualepugliese.wordpress.com
Piccola nota mia
Trovo che sia difficile votare con serenità alle prossime elezioni (oddio, non è che alle precedenti sia andata meglio). Per diversi motivi: cercherò di essere sintetico.
La politica del tanto peggio, tanto meglio non funziona.
La politica del votare per un partito, turandosi il naso, come suggeriva Montanelli, ci ha portato alla rovina.
La politica di votare uno per non far vincere l'altro, ugualmente non funziona.
Non c'è, al momento un partito che sia veramente alternativo. La destra mi fa un po' schifo. I radicali, non ne parliamo. Grillo (è di destra e quindi mi sono già espresso). Ingroia, è un magistrato rivoluzionario (?). Schieramenti di sinistra non mi risulta che ci siano. Rimane SEL. Bella fregatura. La voterò, forse, però appoggia, per l'appunto Bersani. E Bersani non è 'diverso': è l'ala sinistra del liberismo, come Berlusconi ne è l'anima di destra.
Certo è che siamo messi male. Un piccolo suggerimento per i partiti per un programma minimo minimo:
-tagliare le spese militari (perchè non abolirle? a che serve l'esercito?);
-abrogare la Bossi Fini (legge razzista e fascista, indegna di un popolo; sedicente civile);
-patrimoniale (che paghino un po' i ricchi, gli evasori e gli elusori fiscali: io mi sono un po' rotto di lavorare per più di sei/settemesi l'anno solo per pagare le tasse quando, tanto per fare un esempio, in Liguria, dove sono nato e vivo e lavoro, è aumnentata a dismisura la richiesta degli immobili di lusso nei centri 'bene' come Bordighera e Santa Margherita Ligure);
-difendere la sanità e la scuola pubblica (che ormai hanno già dato tutto quello che potevano...).
martedì 22 gennaio 2013
ISTITUTO ITALIANO DI STUDI FILOSOFICI: APPELLO PER SALVARE LA BIBLIOTECA
iisf - Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
· diploma d'onore del parlamento europeo ·
Via Monte di Dio 14 - Palazzo Serra di Cassano - 80132 Napoli - tel.: 081.7642652 · fax: 081.7642654 · mail: info@iisf.it
per firmarfe l'appello clicca su www.iisf.it
Alla c. a. del ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi,
e del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro
Illustre Ministro,
Illustre Presidente,
la Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, messa insieme da Gerardo Marotta in mezzo secolo di pazienti ricerche presso fondi librari e antiquari in tutta Europa, costituisce il nucleo fondamentale dell'Istituto fondato nel 1975 a Roma, nella sede dell’Accademia dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e Gerardo Marotta, che ne è anche il presidente. La Sovrintendenza ai beni librari della Regione Campania ha riconosciuto nel 2008 il valore di questa raccolta, che oggi conta circa trecentomila opere, dichiarando che essa “presenta i segni di uno sforzo ragionato di gestione e sviluppo, frutto, non di casuale sedimentazione, ma delle attività di studio, ricerca e formazione promosso dall'Istituto di appartenenza”. La delibera, attestando “il grande valore bibliografico e culturale” della biblioteca, decreta “la necessità di salvaguardarne l'inscindibile legame con l'Istituto di emanazione” e “l'opportunità e l'utilità sociale di predisporne le migliori condizioni di fruizione pubblica”.
Fu in questo spirito che la Regione, già nel 2001 con delibera n. 6039, individuò come sede della biblioteca i locali dell'ex-CONI in Piazza Santa Maria degli Angeli n. 1, a pochi passi da Palazzo Serra di Cassano, sede dell'Istituto, al fine di garantire la necessaria vicinanza tra la biblioteca e il luogo in cui quotidianamente si svolge un'intensa attività di seminari, così da assicurare la fruibilità del patrimonio librario al vasto pubblico di studiosi e ricercatori. Venne dunque formulato un progetto che, tenendo conto dei locali disponibili e dello spazio occupato dai volumi, consentisse, attraverso un sistema di scaffalature compatte, una sistemazione adeguata, congrua e razionale della raccolta.
Tuttavia, inspiegabilmente, l’attuale Giunta regionale emana nel 2011 un nuovo atto che opera una radicale inversione di rotta rispetto al complesso processo iniziato dieci anni prima: con la delibera n. 283 si inseriscono due elementi che minacciano di stravolgere letteralmente il progetto originario per cui erano stati stanziati anche specifici fondi europei. Viene difatti prospettata per i locali individuati l'utilizzazione «come fondo iniziale dei volumi che obbligatoriamente vengono trasmessi in copia alla Regione Campania da editori e aziende tipografiche allorquando pubblicati» e l'attivazione di una «Biblioteca pubblica “a scaffale aperto”». Ciò significherebbe non solo sfregiare l'armonica razionalità interna della raccolta dell’Istituto, che la rende specchio di una dimensione culturale internazionale, con l'inserimento di un fondo avente come unico criterio quello dell'appartenenza geografica regionale, ma significherebbe soprattutto impedire materialmente l'allocazione della biblioteca dell'Istituto, la cui dimensione è tale da occupare per intero lo spazio dei locali e solamente qualora sia rigorosamente seguito il progetto delle scaffalature compatte.
L'estenuante lentezza e l'infelice esito di questo processo testimoniano la trascuratezza con cui è stato considerato negli ultimi anni l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che secondo l'UNESCO non ha termini di paragone nel mondo e che oggi, privato dei fondi necessari al suo pieno funzionamento, rischia di dover chiudere. È inaccettabile assistere a questo avvilimento dell'Istituto e alla sepoltura della sua biblioteca in un triste deposito, un ex capannone industriale di Casoria, per opera della miopia e dell'inerzia ostinata di alcuni dirigenti amministrativi.
Chiediamo, pertanto, che la Regione revochi la delibera del 21 giugno 2011 e ripercorra con urgenza la strada tracciata dalle delibere dell’amministrazione Bassolino e della Sovrintendenza bibliografica regionale, aprendo finalmente al pubblico un grande patrimonio librario, e che, su sollecitazione del Ministero dei Beni culturali, il Governo presenti un disegno di legge al Parlamento diretto a garantire un finanziamento stabile per l'Istituto che consenta di ripianare gli oneri finanziari derivati dal ritardo, quando non dal venir meno per alcuni anni, degli stessi contributi, e che permetta il pieno svolgimento delle sue attività di ricerca e della sua funzione civile.
Primi firmatari:
Felia Allum, Marie-Pierrette Allum, Percy Allum, Remo Bodei, Alberto Burgio, Gaetano Calabrò, Luciano Canfora, Giulietto Chiesa, Gianni Ferrara, Stanislao Lauria, Domenico Losurdo, Paolo Maddalena, Ugo Mattei, Aldo A. Mola,Tomaso Montanari, Franco Roberti, Stefano Rodotà, Roberto Saviano, Salvatore Settis, Gianni Vattimo, Gustavo Zagrebelsky.
sabato 19 gennaio 2013
ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI. CONVEGNO DI STUDI: LO STATO DELLA FILOSOFIA NELLA ATTUALE SITUAZIONE STORICA
Come segnala l'amico Vincenzo Cuomo (curatore della lista KainosMailingList e della Rivista Kainos, per contatti vi.vuomo@libero.it) l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ha organizzato la seguente iniziativa:
Venerdì 25 gennaio 2013, ore 10.00
Presiede: ROBERTO ESPOSITO (SUM)
Relazioni di:
MARCO IVALDO (Università di Napoli “Federico II”) Responsabilità della filosofia per l’Europa
BRUNO MORONCINI (Università di Salerno) La filosofia alla luce del rapporto con le scienze umane
GIUSEPPE GEMBILLO (Università di Messina) Filosofia e complessità, una relazione complicata
MAURIZIO FERRARIS (Università di Torino) Filosofia globalizzata
GEMINELLO PRETEROSSI (Università di Salerno) Soggetti e filosofia
Venerdì 25 gennaio 2013, ore 15.30
Presiede: ALDO MASULLO (Università di Napoli “Federico II”)
Relazioni di:
FRANCESCO DI DONATO (Università di Napoli “Parthenope”) Dalla filosofia dello Stato alla teoria della statualità
ALBERTO POSTIGLIOLA (Università di Napoli “L’Orientale”) L’insostenibile leggerezza delle categorie storiografiche: il caso paradigmatico dei “Lumi”
GIANFRANCO BORRELLI (Università di Napoli “Federico II”) Conversione di sé e politica di noi stessi
PAOLO VINCI (Università di Roma “La Sapienza”) Hegel: un’eredità possibile
MASSIMILIANO BISCUSO (Scuola di Roma – IISF) Naturalismo e storicismo nella filosofia contemporanea: il caso della filosofia della medicina
FIORINDA LI VIGNI (Scuola di Roma – IISF)
Linguaggio e potere
Sabato 26 gennaio 2013, ore 9.30
Presiede: GIUSEPPE GEMBILLO (Università di Messina)
Relazioni di:
ANIELLO MONTANO (Università di Salerno) Discutendo di filosofia e di storia della filosofia
VINCENZO VITIELLO (Università di Salerno) Il compito della filosofia oggi e il ruolo dell’Università nella società contemporanea
ANNAMARIA ANSELMO (Università di Messina) Le nuove vie della filosofia contemporanea
GIUSEPPE TORTORA (Università di Napoli “Federico II”) La gabbia d’oro. Ricerca teoretica e tradizione filosofica
ERNESTO PAOLOZZI (Università di Napoli Suor Orsola Benincasa) La verità nell’orizzonte della dialettica
ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI
Palazzo Serra di Cassano
Napoli - Via Monte di Dio, 14
CONVEGNO DI STUDI: LO STATO DELLA FILOSOFIA NELLA ATTUALE SITUAZIONE STORICA
Venerdì 25 gennaio 2013, ore 10.00
Presiede: ROBERTO ESPOSITO (SUM)
Relazioni di:
MARCO IVALDO (Università di Napoli “Federico II”) Responsabilità della filosofia per l’Europa
BRUNO MORONCINI (Università di Salerno) La filosofia alla luce del rapporto con le scienze umane
GIUSEPPE GEMBILLO (Università di Messina) Filosofia e complessità, una relazione complicata
MAURIZIO FERRARIS (Università di Torino) Filosofia globalizzata
GEMINELLO PRETEROSSI (Università di Salerno) Soggetti e filosofia
Venerdì 25 gennaio 2013, ore 15.30
Presiede: ALDO MASULLO (Università di Napoli “Federico II”)
Relazioni di:
FRANCESCO DI DONATO (Università di Napoli “Parthenope”) Dalla filosofia dello Stato alla teoria della statualità
ALBERTO POSTIGLIOLA (Università di Napoli “L’Orientale”) L’insostenibile leggerezza delle categorie storiografiche: il caso paradigmatico dei “Lumi”
GIANFRANCO BORRELLI (Università di Napoli “Federico II”) Conversione di sé e politica di noi stessi
PAOLO VINCI (Università di Roma “La Sapienza”) Hegel: un’eredità possibile
MASSIMILIANO BISCUSO (Scuola di Roma – IISF) Naturalismo e storicismo nella filosofia contemporanea: il caso della filosofia della medicina
FIORINDA LI VIGNI (Scuola di Roma – IISF)
Linguaggio e potere
Sabato 26 gennaio 2013, ore 9.30
Presiede: GIUSEPPE GEMBILLO (Università di Messina)
Relazioni di:
ANIELLO MONTANO (Università di Salerno) Discutendo di filosofia e di storia della filosofia
VINCENZO VITIELLO (Università di Salerno) Il compito della filosofia oggi e il ruolo dell’Università nella società contemporanea
ANNAMARIA ANSELMO (Università di Messina) Le nuove vie della filosofia contemporanea
GIUSEPPE TORTORA (Università di Napoli “Federico II”) La gabbia d’oro. Ricerca teoretica e tradizione filosofica
ERNESTO PAOLOZZI (Università di Napoli Suor Orsola Benincasa) La verità nell’orizzonte della dialettica
venerdì 18 gennaio 2013
NUOVE INIZIATIVE DEL CENTRO CULTURALE VALDESE
22 gennaio - ore 21 - Centro Culturale Valdese - Primo appuntamento dei "Dopocena con la storia", incontri di formazione a cura dell'ufficio "il barba". Incontro introduttivo con presentazione del programma a cura di Luca Pilone. Ingresso libero. (All. programma)
1° febbraio - Apertura della mostra "Una finestra su... Un monumento da salvare: il palazzo detto degli Acaia a Pinerolo". A cura dell'Associazione Italia Nostra, sezione del Pinerolese. La mostra sarà aperta fino al 14 aprile in orari di apertura della biblioteca e in quelli del museo (dettagli in allegato).
Promozione per il 16 e 17 febbraio (dettagli in allegato)
16 febbraio - Museo aperto dalle 15 alle 18, con ingresso ridotto per tutti a 3,50 euro. Visite guidate alle 15,30 e alle 16,30. Alle ore 14 visite guidate in val d'Angrogna. Sera: partecipazione a fiaccolata e falò. Possibilità di pernottamento in foresteria. Su prenotazione entro l'11 febbraio.
17 febbraio - Museo aperto dalle 15 alle 18. Ingresso ridotto per tutti a 3,50 euro.
4-5 marzo - Seminario ANAI presso la Fondazione Centro Culturale Valdese "Gli Archivi Fotografici" (info 0121 91 603, Archivio Tavola Valdese)
Con i migliori saluti
Ines Pontet
Segreteria generale
Fondazione Centro Culturale Valdese
Via Beckwith 3
10066 Torre Pellice (To)
tel. +39 (0) 121 93 21 79
www.fondazionevaldese.org
Martedì 22 gennaio
Incontro introduttivo con presentazione del
programma – Luca Pilone
Martedì 29 gennaio
Dal Medioevo alla Riforma: il caso valdese –
Sergio Rostagno
Martedì 5 febbraio
Paolo Paschetto (1885-1963), artista – Anna
Bellion, Samuele Tourn Boncoeur
Mercoledì 13 febbraio
Riti funebri e cimiteri nelle valli valdesi –
Gloria Rostaing
Martedì 19 febbraio
L'educazione femminile di fine Ottocento –
Gabriella Ballesio, Sara Rivoira
Martedì 26 febbraio
150 anni di presenza battista in Italia –
Emmanuele Paschetto
Gli incontri si terranno alle 21h00 presso il Centro
Culturale Valdese a Torre Pellice, in via Beckwith 3.
Per informazioni: 0121.950203;
il.barba@fondazionevaldese.org
Tutte le persone interessate sono benvenute!
Fondazione Centro Culturale Valdese Programma Formazione 2012/2013
Via Beckwith 3, 10066 Torre Pellice (To) Guide Sistema Museale Valdese
1° febbraio - Apertura della mostra "Una finestra su... Un monumento da salvare: il palazzo detto degli Acaia a Pinerolo". A cura dell'Associazione Italia Nostra, sezione del Pinerolese. La mostra sarà aperta fino al 14 aprile in orari di apertura della biblioteca e in quelli del museo (dettagli in allegato).
Promozione per il 16 e 17 febbraio (dettagli in allegato)
16 febbraio - Museo aperto dalle 15 alle 18, con ingresso ridotto per tutti a 3,50 euro. Visite guidate alle 15,30 e alle 16,30. Alle ore 14 visite guidate in val d'Angrogna. Sera: partecipazione a fiaccolata e falò. Possibilità di pernottamento in foresteria. Su prenotazione entro l'11 febbraio.
17 febbraio - Museo aperto dalle 15 alle 18. Ingresso ridotto per tutti a 3,50 euro.
4-5 marzo - Seminario ANAI presso la Fondazione Centro Culturale Valdese "Gli Archivi Fotografici" (info 0121 91 603, Archivio Tavola Valdese)
Con i migliori saluti
Ines Pontet
Segreteria generale
Fondazione Centro Culturale Valdese
Via Beckwith 3
10066 Torre Pellice (To)
tel. +39 (0) 121 93 21 79
www.fondazionevaldese.org
Dopocena con la storia
Sei serate di formazione a cura del
Centro Culturale Valdese
Incontro introduttivo con presentazione del
programma – Luca Pilone
Martedì 29 gennaio
Dal Medioevo alla Riforma: il caso valdese –
Sergio Rostagno
Martedì 5 febbraio
Paolo Paschetto (1885-1963), artista – Anna
Bellion, Samuele Tourn Boncoeur
Mercoledì 13 febbraio
Riti funebri e cimiteri nelle valli valdesi –
Gloria Rostaing
Martedì 19 febbraio
L'educazione femminile di fine Ottocento –
Gabriella Ballesio, Sara Rivoira
Martedì 26 febbraio
150 anni di presenza battista in Italia –
Emmanuele Paschetto
Gli incontri si terranno alle 21h00 presso il Centro
Culturale Valdese a Torre Pellice, in via Beckwith 3.
Per informazioni: 0121.950203;
il.barba@fondazionevaldese.org
Tutte le persone interessate sono benvenute!
Fondazione Centro Culturale Valdese Programma Formazione 2012/2013
Via Beckwith 3, 10066 Torre Pellice (To) Guide Sistema Museale Valdese
giovedì 17 gennaio 2013
MALI: A UN ANNO DALL'INIZIO DELLA GUERRA CIVILE
Il governo Monti, in perfetta continuità con i governi precedenti (di destra o di 'sinistra') ha dichiarato di fornire appoggio logistico ai militari francesi in Africa. Alla faccia, ancora una volta!, dell'articolo 11 della Costituzione.
Giuliano
Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130116it.html
Bolzano, Göttingen, 16 gennaio 2013
A un anno dall'inizio della guerra civile in Mali, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) vuole ricordare che la causa per lo scoppio della guerra non è stata l'attività delle milizie radical-islamiche ma una rivolta della popolazione Tuareg. Il conflitto nella regione Tuareg si trascina ormai da decenni e potrà essere veramente risolto solo al tavolo delle trattative e non certo grazie a interventi militari. Già a partire dalla fine del periodo coloniale negli anni 60' del secolo scorso i Tuareg hanno iniziato a chiedere maggiori investimenti di sviluppo nella loro regione e maggiore autodeterminazione. Senza un reale riconoscimento dei diritti dei Tuareg non vi sarà quindi nessuna pace duratura nel paese africano.
La classe politica del Mali fa finta di dimenticarsi della tragica situazione nelle regioni settentrionali del paese e chiedendo aiuti militari all'estero tenta tra le altre cose di assicurarsi il proprio potere. L'intervento militare francese e la missione europea di addestramento dell'esercito maliano non devono perciò contribuire a mantenere inalterata la situazione e limitarsi a cacciare le milizie islamiche, ma anzi, la comunità internazionale deve fare pressione affinché il conflitto tra Tuareg e governo centrale venga risolto politicamente, al tavolo delle trattative e nel rispetto dei diritti della minoranza.
Il Mali ha appena concluso un anno terribile in cui il paese, considerato stabile, ha perso in solo pochi mesi il controllo su circa due terzi del proprio territorio. La rivolta Tuareg, che già negli anni '90 avevano combattuto per il riconoscimento dei loro diritti, era annunciato fin da prima della caduta del regime di Gheddafi in Libia. Il ritorno in Mali dei Tuareg provenienti dalla Libia, armati e militarmente ben addestrati, non ha fatto altro che accentuare una situazione già critica. I Tuareg perlopiù non erano al soldo del dittatore libico ma in seguito alla carestia degli anni 70' avevano cercato rifugio in Libia dove molti erano entrati a far parte dell'esercito. Accusati in blocco di essere sostenitori del dittatore libico, alla sua caduta si sono visti costretti a lasciare il paese. La classe politica del Mali si definisce vittima della caduta del regime libico ma i suoi problemi con i Tuareg sono iniziati molto prima e la responsabilità ricade sulla stessa classe politica maliana che per anni non ha attuato gli accordi di pace siglati a metà degli anni '90 tra il governo e i ribelli Tuareg.
Il 17 gennaio 2012 il movimento di liberazione Tuareg MNLA (Movimento nazionale per la liberazione dell'Azawad) ha dato inizio alla rivolta con un attacco alla città di Menaka. Vista la triste condizione dell'esercito del Mali, il MNLA riuscì a guadagnare terreno, avvantaggiata anche dal colpo di stato del comandante Amadou Sanogo del 21 marzo 2012. Il 6 aprile 2012 i Tuareg hanno proclamato l'indipendenza dell'Azawad come primo stato tuareg in Africa. Nella tarda primavera dello stesso anno le milizie radical-islamiche hanno preso il controllo del MNLA e dei territori del Mali settentrionale.
Nel frattempo la maggior parte dei Tuareg si sono resi conto che nessun governo al mondo è interessato a uno stato tuareg indipendente. Ma senza una maggiore autodeterminazione e senza reali sforzi per lo sviluppo della regione sarà impossibile ottenere una pace duratura nel Mali settentrionale.
Vedi anche in gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130115it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130114it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130111it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121115it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121107it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120322it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120319it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120306it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120211it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120206it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120203it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120120it.html
www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/sud2010-it.html#r13
www.gfbv.it/3dossier/masiri/masiri.html
www.gfbv.it/3dossier/popoli/pop1.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Mali
http://it.wikipedia.org/wiki/Tuareg
http://it.wikipedia.org/wiki/Niger
--
> Per i diritti umani. In tutto il mondo / Für Menschenrechte. Weltweit
Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker
Via Marconi Str. 5 - I-39100 Bolzano / Bozen
Dr. Mauro di Vieste - Tel/Fax: +39 0471.972240
Email: info@gfbv.it - www.gfbv.it
5x1000? C.F./MwSt. 94032570213
Giuliano
Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130116it.html
Mali: un anno dall'inizio della guerra civile (17.1.2012)
Un anno di caos in Mali - Senza concessioni ai Tuareg, non potrà esserci una pace duratura
A un anno dall'inizio della guerra civile in Mali, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) vuole ricordare che la causa per lo scoppio della guerra non è stata l'attività delle milizie radical-islamiche ma una rivolta della popolazione Tuareg. Il conflitto nella regione Tuareg si trascina ormai da decenni e potrà essere veramente risolto solo al tavolo delle trattative e non certo grazie a interventi militari. Già a partire dalla fine del periodo coloniale negli anni 60' del secolo scorso i Tuareg hanno iniziato a chiedere maggiori investimenti di sviluppo nella loro regione e maggiore autodeterminazione. Senza un reale riconoscimento dei diritti dei Tuareg non vi sarà quindi nessuna pace duratura nel paese africano.
La classe politica del Mali fa finta di dimenticarsi della tragica situazione nelle regioni settentrionali del paese e chiedendo aiuti militari all'estero tenta tra le altre cose di assicurarsi il proprio potere. L'intervento militare francese e la missione europea di addestramento dell'esercito maliano non devono perciò contribuire a mantenere inalterata la situazione e limitarsi a cacciare le milizie islamiche, ma anzi, la comunità internazionale deve fare pressione affinché il conflitto tra Tuareg e governo centrale venga risolto politicamente, al tavolo delle trattative e nel rispetto dei diritti della minoranza.
Il Mali ha appena concluso un anno terribile in cui il paese, considerato stabile, ha perso in solo pochi mesi il controllo su circa due terzi del proprio territorio. La rivolta Tuareg, che già negli anni '90 avevano combattuto per il riconoscimento dei loro diritti, era annunciato fin da prima della caduta del regime di Gheddafi in Libia. Il ritorno in Mali dei Tuareg provenienti dalla Libia, armati e militarmente ben addestrati, non ha fatto altro che accentuare una situazione già critica. I Tuareg perlopiù non erano al soldo del dittatore libico ma in seguito alla carestia degli anni 70' avevano cercato rifugio in Libia dove molti erano entrati a far parte dell'esercito. Accusati in blocco di essere sostenitori del dittatore libico, alla sua caduta si sono visti costretti a lasciare il paese. La classe politica del Mali si definisce vittima della caduta del regime libico ma i suoi problemi con i Tuareg sono iniziati molto prima e la responsabilità ricade sulla stessa classe politica maliana che per anni non ha attuato gli accordi di pace siglati a metà degli anni '90 tra il governo e i ribelli Tuareg.
Il 17 gennaio 2012 il movimento di liberazione Tuareg MNLA (Movimento nazionale per la liberazione dell'Azawad) ha dato inizio alla rivolta con un attacco alla città di Menaka. Vista la triste condizione dell'esercito del Mali, il MNLA riuscì a guadagnare terreno, avvantaggiata anche dal colpo di stato del comandante Amadou Sanogo del 21 marzo 2012. Il 6 aprile 2012 i Tuareg hanno proclamato l'indipendenza dell'Azawad come primo stato tuareg in Africa. Nella tarda primavera dello stesso anno le milizie radical-islamiche hanno preso il controllo del MNLA e dei territori del Mali settentrionale.
Nel frattempo la maggior parte dei Tuareg si sono resi conto che nessun governo al mondo è interessato a uno stato tuareg indipendente. Ma senza una maggiore autodeterminazione e senza reali sforzi per lo sviluppo della regione sarà impossibile ottenere una pace duratura nel Mali settentrionale.
Vedi anche in gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130115it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130114it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130111it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121115it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121107it.html
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www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/sud2010-it.html#r13
www.gfbv.it/3dossier/masiri/masiri.html
www.gfbv.it/3dossier/popoli/pop1.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Mali
http://it.wikipedia.org/wiki/Tuareg
http://it.wikipedia.org/wiki/Niger
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lunedì 14 gennaio 2013
PROGRAMMA ELETTORALE
Riporto la mail che l'amico Paolo bertagnolli mi ha inviato, concordando a pieno. Aggiungo solo: basta spesa militari! Investiamo nella ricerca, nella sanità, nell'istruzione!
Giuliano
Condividendo quanto scrive Tonio DellOlio e quanto vi inoltro: lo scritto del Presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Giudici, vorrei aggiungere due altri punti, per me qualificanti, per scegliere i prossimi rappresentanti: un impegno per il finanziamento della scuola pubblica e la difesa totale della sanità pubblica; in quest'ultimo caso contrasto alle spese clientelari per l'acquisto delle cose necessarie per un reale risparmio ( ad esempio costo unitario delle siringhe fatto a livello nazionale e non provinciale).
Ecco quanto scrive mons. Giudici che, appunto, condivido in pieno:
Comunicato del vescovo presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Giudici
Il vescovo presidente di Pax Christi interviene in vista delle elezioni ricordando alcune priorità: pace, nonviolenza, disarmo, stop agli F35 e all'export delle armi alla luce della Costituzione e dei 50 anni della Pacem in terris. “Di fronte alle crescenti differenze tra pochi, sempre più ricchi, e molti irrimediabilmente più poveri”, si chiede un esplicito impegno ai candidati anche su queste scelte qualificanti per un programma che abbia davvero a cuore il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno.
Svuotare gli arsenali e votare per la pace
Convinti che la pace è un bene primario e supremo da invocare e per cui adoperarsi instancabilmente (Beati gli operatori di pace);
ricordando i 50anni dell’Enciclica Pacem in terris, che definisce la guerra ‘alienum est a ratione’ (cioè una follia);
in prossimità della scadenza elettorale, Pax Christi Italia, chiede a tutti gli elettori che si apprestano a dare il loro voto per il rinnovo del Parlamento, di includere tra le priorità su cui effettueranno la loro scelta:
Un chiaro impegno per la pace, la nonviolenza e il ‘ripudio della guerra’, come dichiara l’art. 11 della nostra Costituzione.
La riduzione delle spese militari a partire dalla sospensione del progetto dei caccia F35, strumenti di morte che sottraggono ingenti risorse (quasi 15 miliardi di euro) ad altri bisogni vitali della gente. Le armi uccidono anche se non vengono usate!
La cancellazione della “riforma dello strumento militare italiano” approvata lo scorso mese di dicembre.
Uno stop alla corsa al riarmo, in forte aumento nell’Unione Europea, e un ‘no’ alla vendita di armi, aumentata del 18% nel 2012, e indirizzata specialmente a Paesi in guerra come quelli del Medio Oriente, nonostante la legge 185/90.
“Di fronte alle crescenti differenze tra pochi, sempre più ricchi, e molti irrimediabilmente più poveri” (Benedetto XVI al Corpo diplomatico, 7 gennaio 2013), di fronte alle numerose guerre che seminano ancora oggi distruzione e morte in tante parti del mondo, riteniamo importante ribadire “un SI alla vita, e un NO alla guerra… sconfitta dell’umanità” (Giovanni Paolo II al Corpo diplomatico, 13 gennaio 2003).
Come cittadini e come credenti, chiediamo ai candidati un esplicito impegno anche su queste scelte che sentiamo qualificanti per un programma che abbia davvero a cuore il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno.
Firenze, 13 gennaio 2013
Il Presidente Nazionale di Pax Christi
Mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, con il Consiglio Nazionale
Date: Mon, 14 Jan 2013 02:02:15 -0800
From: tondello6@gmail.com
To: mosaico-dei-giorni@googlegroups.com
Subject: Mosaico dei giorni: Il tuo programma elettorale
Mosaico dei giorni
Il tuo programma elettorale
14 gennaio 2013 - Tonio Dell'Olio
E se invece il programma elettorale provassimo a scrivercelo noi? Ci vuole solo un po’ di tempo e di impegno che tradotto significa partecipazione democratica consapevole e responsabile. L’unico antidoto per sconfiggere la vera antipolitica che è il disinteresse, la rassegnazione e la sfiducia. L’unica alternativa per sottrarsi alle parole di una campagna elettorale che – d’ora in avanti ancora di più – procederà a suon di spot pubblicitari come si trattasse di persuadere all’acquisto di un prodotto di consumo. Ciascuno si ritagli il tempo per riflettere e mettere in fila i punti essenziali di un programma che vorrebbe vedere attuato nella prossima legislatura. I punti irrinunciabili di una politica capace di trasformarsi in scelte concrete. Solo dopo sceglierà (nei limiti della legge elettorale antidemocratica vigente) qual è la forza politica e le persone che hanno credibilità, trasparenza e capacità di poter attuare il “nostro” programma. Mons. Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi, oggi ha diffuso il comunicato “Svuotare gli arsenali e votare per la pace” che è un modello di questa operazione ( http://www.paxchristi.it/ ) e la campagna “Riparte il futuro” lanciata da Libera (www.libera.it ) aggiunge altri elementi importanti. Mi sembra un buon inizio per non perdere per strada le briciole di democrazia che abbiamo ricevuto in eredità.
http://www.peacelink.it/mosaico/a/37521.html
________________________________________
Mosaico di pace
Via Petronelli n.6
76011 Bisceglie (BT)
tel. 080-395.35.07
fax 080-395.34.50
www.mosaicodipace.it
Giuliano
Condividendo quanto scrive Tonio DellOlio e quanto vi inoltro: lo scritto del Presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Giudici, vorrei aggiungere due altri punti, per me qualificanti, per scegliere i prossimi rappresentanti: un impegno per il finanziamento della scuola pubblica e la difesa totale della sanità pubblica; in quest'ultimo caso contrasto alle spese clientelari per l'acquisto delle cose necessarie per un reale risparmio ( ad esempio costo unitario delle siringhe fatto a livello nazionale e non provinciale).
Ecco quanto scrive mons. Giudici che, appunto, condivido in pieno:
Comunicato del vescovo presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Giudici
Il vescovo presidente di Pax Christi interviene in vista delle elezioni ricordando alcune priorità: pace, nonviolenza, disarmo, stop agli F35 e all'export delle armi alla luce della Costituzione e dei 50 anni della Pacem in terris. “Di fronte alle crescenti differenze tra pochi, sempre più ricchi, e molti irrimediabilmente più poveri”, si chiede un esplicito impegno ai candidati anche su queste scelte qualificanti per un programma che abbia davvero a cuore il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno.
Svuotare gli arsenali e votare per la pace
Convinti che la pace è un bene primario e supremo da invocare e per cui adoperarsi instancabilmente (Beati gli operatori di pace);
ricordando i 50anni dell’Enciclica Pacem in terris, che definisce la guerra ‘alienum est a ratione’ (cioè una follia);
in prossimità della scadenza elettorale, Pax Christi Italia, chiede a tutti gli elettori che si apprestano a dare il loro voto per il rinnovo del Parlamento, di includere tra le priorità su cui effettueranno la loro scelta:
Un chiaro impegno per la pace, la nonviolenza e il ‘ripudio della guerra’, come dichiara l’art. 11 della nostra Costituzione.
La riduzione delle spese militari a partire dalla sospensione del progetto dei caccia F35, strumenti di morte che sottraggono ingenti risorse (quasi 15 miliardi di euro) ad altri bisogni vitali della gente. Le armi uccidono anche se non vengono usate!
La cancellazione della “riforma dello strumento militare italiano” approvata lo scorso mese di dicembre.
Uno stop alla corsa al riarmo, in forte aumento nell’Unione Europea, e un ‘no’ alla vendita di armi, aumentata del 18% nel 2012, e indirizzata specialmente a Paesi in guerra come quelli del Medio Oriente, nonostante la legge 185/90.
“Di fronte alle crescenti differenze tra pochi, sempre più ricchi, e molti irrimediabilmente più poveri” (Benedetto XVI al Corpo diplomatico, 7 gennaio 2013), di fronte alle numerose guerre che seminano ancora oggi distruzione e morte in tante parti del mondo, riteniamo importante ribadire “un SI alla vita, e un NO alla guerra… sconfitta dell’umanità” (Giovanni Paolo II al Corpo diplomatico, 13 gennaio 2003).
Come cittadini e come credenti, chiediamo ai candidati un esplicito impegno anche su queste scelte che sentiamo qualificanti per un programma che abbia davvero a cuore il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno.
Firenze, 13 gennaio 2013
Il Presidente Nazionale di Pax Christi
Mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, con il Consiglio Nazionale
Date: Mon, 14 Jan 2013 02:02:15 -0800
From: tondello6@gmail.com
To: mosaico-dei-giorni@googlegroups.com
Subject: Mosaico dei giorni: Il tuo programma elettorale
Mosaico dei giorni
Il tuo programma elettorale
14 gennaio 2013 - Tonio Dell'Olio
E se invece il programma elettorale provassimo a scrivercelo noi? Ci vuole solo un po’ di tempo e di impegno che tradotto significa partecipazione democratica consapevole e responsabile. L’unico antidoto per sconfiggere la vera antipolitica che è il disinteresse, la rassegnazione e la sfiducia. L’unica alternativa per sottrarsi alle parole di una campagna elettorale che – d’ora in avanti ancora di più – procederà a suon di spot pubblicitari come si trattasse di persuadere all’acquisto di un prodotto di consumo. Ciascuno si ritagli il tempo per riflettere e mettere in fila i punti essenziali di un programma che vorrebbe vedere attuato nella prossima legislatura. I punti irrinunciabili di una politica capace di trasformarsi in scelte concrete. Solo dopo sceglierà (nei limiti della legge elettorale antidemocratica vigente) qual è la forza politica e le persone che hanno credibilità, trasparenza e capacità di poter attuare il “nostro” programma. Mons. Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi, oggi ha diffuso il comunicato “Svuotare gli arsenali e votare per la pace” che è un modello di questa operazione ( http://www.paxchristi.it/ ) e la campagna “Riparte il futuro” lanciata da Libera (www.libera.it ) aggiunge altri elementi importanti. Mi sembra un buon inizio per non perdere per strada le briciole di democrazia che abbiamo ricevuto in eredità.
http://www.peacelink.it/mosaico/a/37521.html
________________________________________
Mosaico di pace
Via Petronelli n.6
76011 Bisceglie (BT)
tel. 080-395.35.07
fax 080-395.34.50
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domenica 13 gennaio 2013
PDL E LEGA: LA COERENZA DELLA LEGA NORD
Porta in faccia
Maroni: "Alleanza Lega-Pdl alle politiche è contro natura"
Il segretario del Carroccio: "Loro sono al governo, noi all'opposizione. Come si fa?". Poi smorza: "Ho un difetto, do sempre una seconda chance"
La Lega sbatte la porta in faccia al Pdl e lo fa con le parole secche ed inequivocabili del suo segretario Roberto Maroni: "Per quanto mi riguarda, salvo che la Lega decida diversamente, con noi all'opposizione a Roma e il Pdl al Governo, non c'è la minima possibilità di fare un accordo per le politiche: sarebbe contro natura". Presentando il suo libro Il mio Nord, Bobo ha poi sentito la necessità di smorzare un po' i toni: "Io ho un difetto, quello di essere eccessivamente generoso, quindi, concedo sempre agli altri la possibilità di discutere e di confrontarci". Le scadenze, in ogni caso, sono immediate e le situazioni differenti: oltre alla corsa per Palazzo Chigi, infatti, c'è da stabilire chi sarà il successore di Roberto Formigoni al Pirellone come governatore della Regione Lombardia. Anche in questo caso le tensioni sono alte, con il candidato che piace a Formigoni e a parte del Pdl, l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che ha chiarito: "Se il Pdl sostiene la candidatura di Maroni, io straccio la tessera del partito". Se ne riparlerà, contro o secondo natura che sia.
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1127540/Maroni---Alleanza-Lega-Pdl-alle-politiche-e-contro-natura-.html Nota mia L'importante è salvare il posto di lavoro (?) dei loro deputati, consiglieri e senatori. Impegniamoci affinchè questi figuri non governino ancora altri vent'anni...
Maroni: "Alleanza Lega-Pdl alle politiche è contro natura"
Il segretario del Carroccio: "Loro sono al governo, noi all'opposizione. Come si fa?". Poi smorza: "Ho un difetto, do sempre una seconda chance"
La Lega sbatte la porta in faccia al Pdl e lo fa con le parole secche ed inequivocabili del suo segretario Roberto Maroni: "Per quanto mi riguarda, salvo che la Lega decida diversamente, con noi all'opposizione a Roma e il Pdl al Governo, non c'è la minima possibilità di fare un accordo per le politiche: sarebbe contro natura". Presentando il suo libro Il mio Nord, Bobo ha poi sentito la necessità di smorzare un po' i toni: "Io ho un difetto, quello di essere eccessivamente generoso, quindi, concedo sempre agli altri la possibilità di discutere e di confrontarci". Le scadenze, in ogni caso, sono immediate e le situazioni differenti: oltre alla corsa per Palazzo Chigi, infatti, c'è da stabilire chi sarà il successore di Roberto Formigoni al Pirellone come governatore della Regione Lombardia. Anche in questo caso le tensioni sono alte, con il candidato che piace a Formigoni e a parte del Pdl, l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che ha chiarito: "Se il Pdl sostiene la candidatura di Maroni, io straccio la tessera del partito". Se ne riparlerà, contro o secondo natura che sia.
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1127540/Maroni---Alleanza-Lega-Pdl-alle-politiche-e-contro-natura-.html Nota mia L'importante è salvare il posto di lavoro (?) dei loro deputati, consiglieri e senatori. Impegniamoci affinchè questi figuri non governino ancora altri vent'anni...
sabato 12 gennaio 2013
INCONTRI ALLA CLAUDIANA, SEMINARI CON LA FACOLTA' VALDESE DI TEOLOGIA
Da sabato 12 gennaio a sabato 23 febbraio 2013 si svolge una nuova serie di seminari organizzati in collaborazione con il corso di laurea in Scienze Bibliche e Teologiche della Facoltà Valdese di Teologia di Roma. E’ un progetto che si sviluppa ormai da molti anni, articolato su una serie di quattro incontri, previsti sull’intera giornata di sabato, dalle 10 del mattino alle 16.30 del pomeriggio, con una pausa per l’ora di pranzo. Destinatari privilegiati del lavoro seminariale sono naturalmente gli iscritti al suddetto corso, ma la proposta è aperta, come gli anni scorsi, a tutti gli abituali frequentatori delle nostre iniziative, siano essi membri o amici delle chiese evangeliche milanesi oppure cittadini interessati a momenti di confronto su tematiche storiche, filosofiche, teologiche e sul dialogo interreligioso.
Quest’anno si affronta il tema
“PAROLE DI GUARIGIONE: religioni, spiritualità e cura di sé”.
Il programma della prima giornata prevede riflessioni su prospettive antropologiche, sociologiche, storiche, con
la partecipazione di:
Yann Redalié, docente di Nuovo Testamento, Decano della Facoltà Valdese di Teologia, Roma
Renzo Guolo, docente di sociologia dei processi culturali, Università di Padova
Dario Cosi, docente di storia delle religioni, Università di Bologna
Nella nostra società secolarizzata e al tempo stesso multireligiosa, le forme della fede o della ricerca spirituale tendono spesso a manifestare una particolare attenzione nei confronti dell’interiorità e della cura di sé. Si è diffusa infatti da tempo una nuova religiosità, una nuova sensibilità religiosa che prende le distanze dalle dimensioni istituzionali delle chiese e da un’adesione alle verità dogmatiche che esse esprimono, per porre invece l’accento sui bisogni e le inquietudini spirituali dei singoli individui. Assistiamo così alla ricerca di un “dio interiore”, di un “divino dentro di noi”, che deve essere riscoperto per portarci alla salvezza.
Nascono nuovi bisogni religiosi che pongono in primo piano la ricerca di un benessere al tempo stesso fisico, psichico e spirituale. Anche dalle chiese e dalle comunità di fede si attendono parole di guarigione, l’indicazione di un cammino pratico che possa alleviare fin da subito, qui e ora, la nostra sofferenza, la nostra ricerca di una nuova serenità.
Da qui la grande importanza che viene attribuita oggi alle pratiche di saggezza o ai gesti, ai riti della fede: la meditazione, la preghiera, gli esercizi spirituali e i tanti metodi psicofisici di crescita interiore, come pure l’attenzione al cibo, al digiuno, alle feste, alle musiche e ai riti delle varie tradizioni …
Ma come rispondono le fedi viventi all’emergere di questi nuovi bisogni? Quali sono le “parole di guarigione” che il cristianesimo, l’ebraismo, l’islam, la spiritualità orientale hanno da offrire? E le discipline socio-antropologiche come interpretano queste nuove tendenze spirituali?
Come partecipare ai seminari?
I seminari sono a pagamento ed è quindi necessaria un’iscrizione. Per incontrare le diverse esigenze dei potenziali partecipanti, è possibile iscriversi ai singoli seminari, oppure a due o tre giornate oppure all’intero ciclo, rivolgendosi alla libreria Claudiana negli orari di apertura (tel. 02.76021518).
Il costo di partecipazione, per quanti non sono iscritti al corso della Facoltà, ammonta a € 80.00 per una giornata, € 100.00 per due giornate, € 120.00 per tre giornate o € 160.00 per l’intero ciclo.
Dato che è importante conoscere il numero dei partecipanti, gli interessati sono cortesemente pregati di contattare al più presto la libreria Claudiana.
L’appuntamento è per sabato 12 gennaio 2013, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 16.30, presso la sala attigua alla libreria Claudiana in via Francesco Sforza 12/a a Milano.
PROSSIMO APPUNTAMENTO: SABATO 12 GENNAIO 2013
Incontro sul tema
“CIBO E RELIGIONE: pratiche alimentari e digiuno nella storia delle religioni”
con Dario M. Cosi, Professore di Storia delle religioni presso l'Università degli Studi di Bologna e l’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Brescia.
I diversi usi simbolici del cibo e le regole alimentari proposte dalle religioni non paiono rispondere né a motivazioni igienico-sanitarie né a preoccupazioni di ordine economico. Esse piuttosto esprimono un particolare e autonomo tipo di pensiero: accanto ai valori – ben illustrati dalla ricerca antropologica – della commensalità e della redistribuzione e dello scambio/dono, emergono quelli della purità rituale e della penitenza e macerazione. Nelle diverse forme di vegetarianismo e di digiuno, in particolare, è possibile riconoscere richiami spirituali all’autocontrollo e alla disciplina, fino alla consacrazione e al trascendimento di sé.
L’appuntamento è per sabato 12 gennaio 2013, alle ore 17, presso la sala attigua alla libreria Claudiana in via Francesco Sforza 12/a a Milano.
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