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domenica 18 novembre 2012

VIA IL GOVERNO DELLA FAME, DELLA PAURA, DELLA VIOLENZA


L’inqualificabile episodio del lancio, dall’interno di una sede ministeriale, di lacrimogeni sulla folla inerme ha rappresentato un atto di pura provocazione repressiva di stampo “cileno”, e la sola risposta possibile, in un paese democratico, dovrebbe essere quella delle dimissioni del Governo.

Non accade in Italia dove si aprirà una ridicola “inchiesta interna”.

Ci troviamo, come già era accaduto con il governo precedente, in una situazione di vera e propria “emergenza della democrazia” che richiederebbe uno scatto, una scossa, una risposta adeguata il cui solo modello che è possibile indicare rimane quello del Luglio’60, quando l’impeto delle masse popolari scacciò il governo Tambroni appoggiato dai fascisti.

La CGIL avrebbe dovuto proclamare subito lo sciopero generale; il PD sospendere l’inutile fiera delle vanità delle primarie per predisporre un’iniziativa parlamentare adeguata alla gravità dell’ora; la sinistra d’alternativa riporre gli opportunismi che dividono i suoi residuali dirigenti e lavorare unitariamente per offrire al movimento quella possibilità di proposta politica che potrebbe sollevarlo dall’isolamento e dalla paura.

Tutto ciò non sta avvenendo, si discute di election day e candidature, mentre pare proprio non esserci rimasta altra risorsa che esprimere l’indignazione scrivendo poche, sconsolate, parole.

Savona, li 17 novembre 2012 Franco Astengo

Nota mia:
come ho già scritto altre volte, la domanda da porsi è: fino a quando sopporteremo tutto ciò? Riusciremo a far sì che tutto non si perda nella violenza? Ma reagire spetta a noi! Aspettarsi qualcosa di buono dalla CGIL e/o dal PD equivale ad aspettare che risolva la crisi Babbo Natale.
Ho ascoltato questa mattina che Montezemolo scende in campo, affiancato dal ministro Riccardi, da Bonanni della CISL (e forse anche dalle ACLI). Ma che bella compagnia! Un altro miliardario che scende in politica (è proprio caduta in basso, la politica, se tutti 'scendono' per entrare). Ma che percezione della realtà può avere un altro miliardario? Che ne sa di quelli che si ammazzano per arrivare a fine mese? Che ne sa dei precari? E, di nuovo, fino a quando permetteremo tutto ciò?

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