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lunedì 22 febbraio 2010

A proposito dello sciopero del 1 marzo dei migranti

Cari amici lettori,

pubblico una mail sull'iniziativa del 1 marzo e una risposta di Salvatore Palidda, docente di Sociologia delle migrazioni all'Università di Genova.

 

Barbara Armanino ha scritto:

Care amiche e cari amici,

spero che ciascuno di voi abbia ormai letto o sentito notizie sull'evento del "Primo Marzo: 24h senza gli stranieri"

Il comitato genovese è dal 15 gennaio che tenta di raggiungere il più alto numero di persone a cui raccontare quanto ci preme

rappresentare nella giornata del primo marzo, coinvolgendo e convincendo per giungere ad una partecipazione informata

alla "parata" del primo marzo (abbiamo molte sorprese ... per ora vi segnalo solo appuntamento di partenza:

lunedì 1 marzo alle ore 18 Commenda) ma ovviamente ogni giorno puntiamo ad allargare il cerchio della conoscenza, il cerchio della consapevolezza e il cerchio della solidarietà all'iniziativa.

Il giallo è il ns colore: la primavera dei diritti sarà il filo che unirà associazioni, istituzioni, sindacati, associazioni sociali e singoli e che caratterizzerà marzo

Al seguente link trovi delle bellissime cartoline in cui abbiamo rappresentato una ipotetica giornata senza il lavoro degli stranieri

Ci sono sia in italiano sia in diverse lingue straniere: http://laboratorio8.wordpress.com/1-marzo-2010-24-ore-senza-di-noi/

COSA DOVETE FARE?

1) contattate SILVIA: la trovate in cc: "Silvia Pedemonte" <

silvia.pedemonte@gmail.com

>,

2) se non potete venire ma volete lasciare un messaggio di adesione potete mandare vs adesione a:

primomarzo2010genova@gmail.com

3) DIVULGATE =)

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Cari Amici
mi spiace non poter essere con voi il 1 marzo ... tuttavia permettetemi di esprimere il mio pieno accordo con l'invito alla mobilitazione del 1 marzo.
Aggiungo:
lanciare l'idea di uno sciopero degli immigrati è una cosa giusta ma è evidente che possa avere solo un significato simbolico ... è vero che la grande mobilitazione degli immigrati negli Stati Uniti è stata una tappa fondamentale come tutte le mobilitazioni storiche dei subalterni dal XIX secolo ossia momenti per infine "alzare la testa" ed è importante che in Italia dopo più di 35 anni di immigrazione straniera gli immigrati comincino a tentare di emanciparsi
ma è evidente che purtroppo non si possa parlare di vero e proprio sciopero ... sappiamo tutti che la maggioranza degli immigrati vive ancora schiacciata in condizioni di quasi neo-schiavitù
ma c'è anche una questione da precisare : l'emancipazione degli immigrati non potrà mai avvenire se non è anche emancipazione di tutti gli italiani che subiscono il dominio violento nel mondo delle economie sommerse

A parte le bestialità di qualche intellettualino che pretende che gli immigrati facciano la rivoluzione al posto degli italiani ...

sebbene sia sin troppo ovvio che la condizione dello straniero è senza comune misura la peggiore (ancor + se clandestino ma non dimentichiamo che l'INCERTEZZA DELLO STATO DI DIRITTO -che in Italia è peggiore che altrove- rende vulnerabile anche qualsiasi regolare) non va dimenticato che la schiavizzazione dell'immigrato permette anche quella di circa sette milioni di italiani che oscillano fra precariato e nero totale (con corollario di molestie o violenze sessuali x le donne e anche bambini)

allora è evidente che ciò che ancora si stenta a costruire è una mobilitazione collettiva di immigrati e italiani vittime delle economie sommerse gonfiate sempre più dal trionfo liberista

ma non possiamo ignorare che questa situazione s'è aggravata per l'assenza di risposte efficaci da parte della sinistra e dei sindacati che solo tardivamente e marginalmente si interessano ai precari e agli immigrati mentre lasciano al caritatevolismo cattolico se non alle associazioni ambigue ... l'elemosina o l'aiuto estremo (quasi sempre per una piccala minoranza e spesso solo per i cattolici)

sappiamo che circa 850.000 immigrati sono iscritti ai diversi sindacati, una cifra enorme rispetto agli italiani sindacalizzati, ma sappiamo anche che a questa affiliazione sulla carta corrisponde una partecipazione assai scarsa sebbene qualche sindacato abbia cercato di promuoverla

è forse ora che i sindacati si impegnino di più per promuovere seriamente in ogni pratica quotidiana la partecipazione degli immigrati e l'aggregazione di tutti i lavoratori schiacciati negli impieghi precari, semi-neri e neri
forse l'unica possibilità è rilanciare quotidianamente l'aggregazione a livello territoriale prima che sui luoghi di lavoro (dove assai spesso è impossibile) : perché non rifare in ogni quartiere una sorta di camera del lavoro territoriale ? (magari evitando divisioni fra sigle)

un abbraccio
turi palidda


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