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mercoledì 16 aprile 2014

BREVE UNA LETTERA AD ALCUNI AMICI (A SOSTEGNO DELL'INIZIATIVA DEL 25 APRILE A VERONA)

Il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo, presso l'arena di Verona si svolgera' un incontro nazionale di tutte le persone amiche della nonviolenza persuase del fatto che la guerra e' il suicidio dell'umanita', e quindi - come recita il motto di apertura dell'appello di convocazione - persuase che la Resistenza oggi si chiama nonviolenza, e che la Liberazione oggi si chiama disarmo.
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Sara' un incontro per commemorare degnamente tutte le vittime delle guerre e delle dittature, per riaffermare il valore della Resistenza, della Liberazione dal nazifascismo, e - aggiungo - della Costituzione della Repubblica Italiana (che della Resistenza e della Liberazione e' il frutto, delle nostre liberta' la prima difesa, e del nostro ordinamento giuridico democratico il fondamento).
Un incontro per opporsi alle guerre e alle uccisioni, per salvare le vite, per proporre due indispensabili scelte: il disarmo, la nonviolenza.
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Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica a mio modesto avviso un impegno immediato al fine di:
- far cessare immediatamente l'illegale partecipazione militare italiana alla guerra afgana e le altre "missioni" militari fuori del territorio italiano;
- cessare di sperperare i pubblici denari per l'acquisto di armi, cominciando naturalmente con l'immediata definitiva rinuncia alla criminale e insensata realizzazione e al criminale e insensato acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35;
- vietare la presenza in Italia di bombe atomiche;
- rinegoziare le alleanze internazionali, ed in primo luogo adoperarsi per lo scioglimento della Nato e chiedere che siano messi sotto processo i suoi responsabili per gli illegittimi e criminali interventi militari svolti negli scorsi anni in palese conflitto con i principi del diritto internazionale, con la Carta delle Nazioni Unite, con le Costituzioni di almeno alcuni degli stati membri (l'Italia, ad esempio), e - last but not least - con i suoi stessi originari fini cosi' come esplicitamente statuiti e dichiarati.
Ed implica altresi' un impegno immediato al fine di far cessare la persecuzione razzista dei migranti; un impegno immediato per l'immediata abolizione di tutte le scellerate misure razziste, persecutorie e assassine che governi disumani e golpisti hanno imposto in Italia in questi ultimi decenni; e quindi in primo luogo un impegno immediato per abolire i campi di concentramento, per abolire le deportazioni, per abolire il favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato italiano; un impegno immediato per consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, cosi' sconfiggendo le mafie schiaviste e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.
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Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica inoltre a mio modesto avviso un'azione continua e progressiva al fine di:
- cessare di produrre, commerciare, usare (ed addestrare persone ad usare) le armi; e riconvertire a produzioni esclusivamente civili, di pace e di utilita' sociale le industrie belliche ed armiere;
- abolire l'apparato militare sostituendolo con la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace;
- recuperare ed utilizzare a fini civili, di pace e di utilita' sociale le attuali strutture logistiche militari;
- sciogliere le alleanze militari internazionali e sostituirle con forme nonviolente di cooperazione internazionale e di difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
- praticare politiche nonviolente di pace e di giustizia su scala planetaria, essendovi una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, una sola umanita' composta di esseri umani tutti diversi e tutti eguali in diritti, tutti parimenti titolari del diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Poiche' negli scorsi anni in nome di ipocriti appelli ad una unita' che di fatto si rivelava subalternita' a poteri, pratiche e logiche di violenza molti si sono lasciati indurre a diventare ad un tempo complici sia di politicanti immorali (pretesamente pacifisti quando si trovano all'opposizione ed effettualmente guerrafondai quando si trovano al governo), sia di squadristi e mandanti che sul sangue fatto versare agli altri hanno costruito le loro carriere, mi e' sembrato opportuno scrivere queste parole e proporle alla riflessione.
Ed ugualmente opportuno mi sembra concludere questa lettera citando integralmente la carta programmatica del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, carta programmatica che ancora mi persuade: "Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".
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La Resistenza continua nella nonviolenza.
La Costituzione repubblicana s'invera nella nonviolenza.
La liberazione dell'umanita' richiede il disarmo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 16 aprile 2014

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web:http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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