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martedì 21 settembre 2010

da una mail di Alessio Di Florio a paxchristi@yahoogroups.com :

http://www.terranews.it/news/2010/08/brescia-il-pdl-insulta-alex-langer

Gianpaolo Silvestri
POLEMICHE. Nell’aspra polemica locale, infatti, l’assessore comunale Labolani non si è peritato di definire il mite ecopacifista altoatesino "terrorista", pur di difendere il politologo Miglio.

Nella querelle bresciana tra la camicia verde Gianfranco Miglio e quella rossa Giuseppe Garibaldi, è stata pesantemente calunniata la figura di Alexander Langer. Nell’aspra polemica locale, infatti, l’assessore comunale Labolani non si è peritato di definire il mite ecopacifista altoatesino "terrorista", pur di difendere il politologo Miglio.

Il casus belli è esploso martedì 10 agosto alle 18, quando nel piccolo prato fra via Milano e via Ugoni, è stato tolto il velo al busto del senatore ideologo del federalismo/separatismo, leghista ante litteram e per lungo tempo (negli anni 80 e 90), osannato vate ispiratore "lumbard". L’opera commemorativa, di Remo Bombardieri e collocata provocatoriamente proprio nello spazio cittadino dedicato all’eroe dei due mondi, è stata inaugurata alla presenza del presidente della Provincia Daniele Molgora, del vice sindaco Fabio Rolfi e di numerosi politici della Lega Lombarda.

Nel colorito assembramento era presente anche l’assessore ai Lavori pubblici e al Centro storico di Brescia, Mario Labolani (Pdl), che si è assunto l’onere di rispondere alle numerose critiche delle opposizioni che hanno parlato di un sindaco ostaggio del Carroccio definendo la scelta del busto alla memoria una provocazione, dati i tempi (l’anniversario dell’Unità d’Italia) e il luogo dedicato al massimo e più popolare eroe risorgimentale (piazza Giuseppe Garibaldi).

Ecco quanto affermato da Mario Laboliani: «Miglio è stato uno studioso che merita rispetto certamente più di un cantante come John Lennon o di un terrorista come Alexander Langer a cui sono state intitolate vie dalla precedente amministrazione».

Da non credere, affermazioni gratuite, irresponsabili e criminali. Certamente nel 150simo anniversario della Repubblica italiana, far coesistere il busto di Gianfranco Miglio e la stata equestre del mito del Risorgimento nonché principale artefice dell’unità d’Italia, Giuseppe Garibaldi, pare alquanto opinabile. Non è, invece, opinabile e rimane di una gravità assoluta indicare in Langer (l’uomo dei ponti tra i popoli e le culture, per due legislature capogruppo dei Verdi europei a Strasburgo, facitore di pace, diritti e giustizia) un "terrorista".

 

Una breve nota mia per ricordare chi fosse Alexander Langer, tratta dal sito della fondazione che porta il suo nome www.alexanderlanger.org

Alexander Langer

Nato a Sterzing/Vipiteno in Alto Adige/Südtirol il 22.2.1946. Giornalista, traduttore, insegnante, collabora fin da giovanissimo con diverse riviste, associazioni, iniziative civiche. Dal 1978 viene eletto per tre legislature in Consiglio provinciale di Bolzano nella lista Neue Linke/Nuova sinistra prima e in quella Verde Alternativa dal 1988.
Negli anni '80 è tra i promotori del movimento politico dei Verdi in Italia e in Europa, come forza innovativa e trasversale. Partecipa ad un intenso dialogo di ricerca con la cultura della sinistra, dell'area radicale, dell'impegno cristiano e religioso, delle nuove spiritualità, di aree non conformiste ed originali che emergono anche tra conservatori e a destra, o da movimenti non compresi nell'arco canonico della politica.
Eletto deputato al Parlamento europeo nel 1989 diventa primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde. S’impegna soprattutto per una politica estera di pace, per relazioni più giuste Nord-Sud ed Est/Ovest, per la conversione ecologica della società, dell’economia e degli stili di vita. Compie viaggi e missioni ufficiali in Israele, Brasile, Russia e Argentina, Albania ed Egitto.
Dopo la caduta del muro di Berlino aumenta via via il suo impegno per contrastare i contrapposti nazionalismi, sostenendo le forze di conciliazione interetnica nei territori dell’ex-Jugoslavia. Con il "Verona Forum" offre un tavolo di dialogo a centinaia di militanti della convivenza che si riuniscono a Verona, Strasburgo, Vienna, Bruxelles, Parigi, Tuzla, Skopje e Zagabria. Il 26 giugno si reca a Cannes, con altri parlamentari, per portare ai capi di stato e di governo un drammatico appello: "L'Europa muore o rinasce a Sarajevo".
Al censimento del 1981 e 1991 Alexander Langer, che si era sempre dichiarato di madre lingua tedesca, rifiuta di aderire al censimento nominativo che rafforza la politica di divisione etnica. Con questo pretesto, nel maggio '95, viene escluso senza troppo scandalo dalla candidatura a Sindaco di Bolzano, la sua città.Decide di interrompere la vita il 3 luglio 1995, all'età di 49 anni. Riposa nel piccolo cimitero di Telves/Telfes (BZ), accanto ai suoi genitori.

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