PER LE DIMISSIONI DI GIORGIO NAPOLITANO DA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Manca in epigrafe una citazione
dalla Fischiata XXXIII del Marino
tutti sanno quale verso
Leggo sui mezzi d'informazione e sul sito web del Quirinale le inammissibili parole di apologia del militarismo da parte del capo dello stato in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno 2013, parole che costituiscono l'ennesimo squallido oltraggio a tutte le vittime di tutte le guerre.
Chiedo le dimissioni di Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica.
So che quando un semplice cittadino avanza una simile richiesta si espone quantomeno al riso degli ignavi.
Ma giunge l'ora in cui tacere non e' possibile.
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Chiedo le dimissioni di Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica.
Il Napolitano copromotore della legge Turco-Napolitano che riapri' in Italia i campi di concentramento - i campi di concentramento che tuttora sussistono in flagrante violazione della democrazia e della legalita', della dignita' e dei diritti umani.
Il Napolitano che ha avallato oscene deliberazioni berlusconiane che a chiamarle leggi si arrossisce di indignazione e vergogna.
Il Napolitano che ha avallato la guerra, la guerra assassina, la guerra incostituzionale.
Il Napolitano che ha avallato le scellerate misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza".
Il Napolitano che ha scandalosamente imposto mesi fa il ritorno al governo dell'estrema destra eversiva berlusconiana pur sconfitta alle elezioni (complici, certo, la nuova destra totalitaria grillina, e il ventre molle andreottiano ovvero la destra incappucciata del Pd).
Il Napolitano che il 2 giugno 2013 nel suo messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, in flagrante violazione di quanto disposto dall'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, sostiene tra l'altro che "Il prestigio dell'Italia nel consesso delle nazioni dipende in misura rilevante dall'operato sul campo - al servizio della comunita' internazionale - dei nostri militari".
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Quando e' troppo e' troppo.
Neppure a un irresponsabile puo' esser consentito affermare che partecipare criminalmente a una guerra abominevole come quella afgana, che ha provocato e continua a provocare innumerevoli vittime, determini "il prestigio dell'Italia nel consesso delle nazioni".
Neppure a un irresponsabile puo' esser consentito irridere gli esseri umani assassinati ed elogiare gli apparati assassini.
Ricordi il Presidente della Repubblica che la Repubblica Italiana nella sua Costituzione reca queste inequivocabili parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Cessi immediatamente la partecipazione italiana all'illegale, criminale, disumana guerra in Afghanistan.
Torni l'Italia al rispetto dell'art. 11 della Costituzione, e si adoperi finalmente per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si dimetta Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica.
Peppe Sini, cittadino italiano
Viterbo, 3 giugno 2013
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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, gia' consigliere comunale e provinciale, e' stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitu' energetiche e militari nell'Alto Lazio (ed ha preso parte al movimento antinucleare fin dalla prima iniziativa a Montalto di Castro); dalla meta' degli anni Settanta e' stato uno dei principali animatori della sinistra antitotalitaria a Viterbo, ed ha fatto parte della segreteria provinciale del Pdup, il "Partito di unita' proletaria per il comunismo", fino all'autoscioglimento del partito nel 1984; negli anni '90 ha preso parte all'esperienza del "Movimento per la democrazia - la Rete", rappresentativa del movimento antimafia nelle istituzioni; obiettore di coscienza al servizio militare, dagli anni Settanta e' persona amica della nonviolenza (condividendo la formulazione di Aldo Capitini); nel 1979 ha fondato il "Comitato democratico contro l'emarginazione" che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta'; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e' stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; e' stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attivita' di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; ha ideato e animato due delle piu' importanti e vittoriose campagne ambientaliste nell'Alto Lazio: quella contro la realizzazione della devastante Supercassia negli anni '80-'90, e quella contro la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo dal 2007; negli anni '80 e '90 e' stato tra i principali redattori del settimanale "Sotto voce" che a Viterbo condusse fondamentali inchieste contro i poteri criminali e il regime della corruzione; dal 2000 e' direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha ideato e realizzato dal 2002 a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre il 4 novembre col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e promosso la campagna a livello nazionale con questa denominazione.
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