Federico Aldovrandi 17 luglio 1987 - 25 settembre 2005. Barbaramente trucidato da quattro poliziotti, condannati a tre anni (!!!) e applauditi vergognosamente per cinque minuti al Congresso del Sindacato Autonomo di Polizia.
mercoledì 30 aprile 2014
domenica 27 aprile 2014
VERONA, 25 APRILE. RESOCONTO SU "ARENA DI PACE E DISARMO"
VERONA. Migliaia, venuti da lontano. E veronesi, tanti. «Arena di Pace e Disarmo» comincia ben prima delle 14, in una piazza Bra inondata di sole. Non è il solito «struscio», quella del 25 Aprile 2014 è una «movida» domenicale colorata ma dagli slogan forti. Disarmo «della mente e del territorio», la battaglia contro la discussa spesa per l’acquisto dei nuovi cacciabombardieri F35. «È un miracolo», commenta padre Alex Zanotelli, attorniato dai microfoni. Gli pare impossibile che sia passato tanto tempo dall’ultima volta qui, in Arena: undici anni fa, quando lo slogan era «Per la Pace mi espongo anch’io». Erano in corso le guerre in Iraq e Afghanistan. Oggi altri conflitti si sono aggiunti alla lista, anche alle porte d’ingresso dell’Europa. «Attenzione - avverte Zanotelli - questo è un punto di partenza, non un traguardo: oggi deve rinascere un movimento unitario». Il popolo arcobaleno cuoce sotto il sole in attesa dell’apertura degli ingressi: senza impazienza. Facendo festa e sensibilizzando la piazza con striscioni e con performace teatrali sulla strada: tra tutte quella di «Mamadanzateatro» con una dura e coinvolgente riflessione sulla «pacificità» della Costituzione italiana posta di fronte oggi alla sfida del riarmo. Sullo sfondo i tricolori esposti sulla scalinata di Palazzo Barbieri si fondono con l’arcobaleno delle bandiere e degli striscioni. E l’accostamento non stona per niente.
ORE 16,30. L’Arena è piena. La coincidenza con il 25 Aprile porta con sé un ideale attualizzato di resistenza che unisce Nord e Sud della penisola. Renato Accorinti, sindaco di Messina, testimonia la necessità di «fare qualcosa adesso, di farlo noi». Le sue parole seguono il racconto di una vita personale e politica di «straordinaria antimafia», dettagliano collusioni e silenzi. E quando indossa sulla maglietta la fascia tricolore (che in altre occasioni aveva evitato di sfoggiare) dalla platea e dalle gradinate sale un applauso sincero e lungo. Si parla di «F35», di spese militari: in aria si alzano migliaia di aeroplanini di carta colorati, i «caccia» in dotazione al popolo della pace, una sorta di sberleffo alla ragioni di Stato e un sigillo sulla parola d’ordine della giornata (un «hashtag» tanto per mettere in chiaro che questa un’Arena di Pace 2.0): «#Liberazione oggi si chiama #disarmo». Si canta. Padre Alex Zanotelli si fa largo tra le centinaia di persone che lo vogliono salutare, un legame il suo con Verona che non si è mai interrotto.
ORE 17. Duro attacco di Gad Lerner all’ordinanza che vieta di dare cibo ai bisognosi in alcune aree del centro durante la stagione turistica. «Il nostro arrivo - ha detto il giornalista - è stato preceduto da un'ordinanza di sapore elettorale che ci mette disagio e vergogna. Un'ordinanza che tratta le persone come piccioni o animali molesti cui è vietato dare cibo. Con sobrietà noi tutti qui presenti, tutte le associazioni, possiamo impegnarci in una risposta pacata di disobbedienza civile. L'aggettivo civile, forse, lo dobbiamo insegnare al signor sindaco di questa città».
ORE 20. La replica del sindaco a Lerner non s’è comunque fatta attendere. «Gad Lerner dovrebbe riservare il suo stupore e la sua vergogna per coloro che trasformano le città in latrine a cielo aperto e per i sindaci che lo tollerano», dice Flavio Tosi. «La storia della disobbedienza civile, da Gandhi in poi, non meritava di essere trascinata in una polemichetta sul diritto di spargere feci e urina per le strade. Se questa è la sua civiltà, Verona ne fa volentieri a meno. Comunque, se Gad Lerner vuole proprio fare qualcosa di veramente civile, venga a pulire edifici, portoni, marciapiedi e giardini della città storica: gli forniremo l'attrezzatura necessaria. E questa amministrazione comunale è così incivile e antidemocratica da concedere gratuitamente l'Arena anche a chi, come lui, ne approfitta per sparlare di questa città».
Paolo Mozzo
http://www.larena.it/stories/379_citta/712097_arena_di_pace_no_agli_f35_lerner_contro_tosi_lui_replica/--
RONCALLI E WOJTILA SANTI?
di don Paolo Farinella
Per la proclamazione della santità ufficiale, Giovanni XXIII, il papa del concilio Vaticano II, si trova accomunato con papa Giovanni Paolo II, il grande oscurantista che scientemente e scientificamente quel concilio l’ha abolito. Wojtyla è stato il peggior pontefice del secondo millennio. Papa Francesco avrebbe dovuto impedirne la santificazione.
di Giovanni Franzoni
Giovanni Franzoni, già abate di San Paolo fuori le Mura (nella cui veste – equiparata a quella di vescovo – ha partecipato al Concilio Vaticano II), è stato convocato agli inizi del 2007 dalla Postulazione per la causa dei santi per portare la sua testimonianza nel processo di beatificazione di Karol Wojtyła. Il ritratto del pontefice che emerge dalla sua deposizione giurata, che qui riproduciamo fedelmente, è assai distante dall’iconografia ufficiale.
di Hans Küng
La titubanza nell’intervenire sugli abusi sessuali, il pieno sostegno ai Legionari di Cristo del ‘discusso’ Maciel, la crociata sul celibato ecclesiastico, la carenza di miracoli e l’inflazione di santificazioni dal grande valore mediatico. Uno dei teologi messi all’indice da Wojtyła ricorda i motivi per cui Giovanni Paolo II non è un santo.
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venerdì 25 aprile 2014
IL NOSTRO 25 APRILE
Il 25 aprile non e' solo il giorno in cui festeggiamo la Liberazione d'Italia nel 1945 e del Portogallo nel 1974, e' anche il giorno in cui nel 1992 ci ha lasciato Ernesto Balducci, indimenticabile maestro e compagno, una delle figure piu' vive del pensiero e dell'azione per la pace, la solidarieta' universale, la liberazione comune, la nonviolenza.
E quindi il nostro 25 aprile e' un giorno insieme di festa e di lutto; festa per la Liberazione dal fascismo, e lutto per le innumerevoli vittime del fascismo e delle guerre fasciste; ed anche lutto per le innumerevoli vittime di tutte le dittature e di tutte le guerre; e infine lutto per tutti coloro che hanno lottato contro il fascismo, per la pace e la dignita' umana, e che non sono piu' vivi: e padre Balducci tutti li rappresenta.
Ma il nostro 25 aprile e' un giorno di memoria che convoca all'agire, un giorno di impegno nel presente, un giorno di lotta; il nostro 25 aprile e' un giorno di lotta nonviolenta contro tutte le uccisioni e le persecuzioni, e' un giorno di lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita'.
*
Ed in Italia oggi due sono le lotte principali e decisive da condurre con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza: la lotta contro la guerra e per il disarmo; la lotta contro il razzismo e per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Infatti tragicamente l'Italia ancora partecipa a guerre scellerate come quella afgana in flagrante violazione della Costituzione repubblicana posta a fondamento del nostro ordinamento giuridico; e ancora in flagrante violazione della Costituzione l'Italia tuttora attua una mostruosa persecuzione razzista nei confronti dei migranti con tanto di campi di concentramento, deportazioni, schiavitu', morti.
*
Non festeggi il 25 aprile chi e' complice delle politiche di guerra e di riarmo; non festeggi il 25 aprile chi e' complice delle politiche razziste. Chi impone o favoreggia la guerra e il riarmo, chi impone o favoreggia il razzismo, costui e' complice del fascismo, costui tradisce la Costituzione della Repubblica italiana, costui non e' degno di commemorare la Resistenza e la Liberazione.
Festeggia degnamente il 25 aprile, onora degnamente le vittime del fascismo e della guerra, ricorda degnamente i martiri antifascisti e tutte le donne e gli uomini costruttori di pace, di giustizia e di liberta', solo chi si impegna, oggi ed ogni giorno, contro la guerra e contro le armi, contro il razzismo e contro tutte le discriminazioni, le persecuzioni, le violenze; solo chi si impegna, oggi ed ogni giorno, in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, e in difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.
Festeggia degnamente il 25 aprile solo chi rispetta e difende la Costituzione della Repubblica Italiana, la Costituzione antifascista, la Costituzione democratica, la Costituzione che ripudia la guerra, che difende i diritti di tutti gli esseri umani, che accoglie e protegge tutte le persone che cercano pace, giustizia e liberta'.
*
Ma non solo il 25 aprile la memoria della Resistenza e della Liberazione deve tradursi in pensiero coerente ed azione costruttiva: tutti i giorni occorre lottare contro la guerra assassina, contro le armi assassine, contro le strutture armate assassine; tutti i giorni occorre lottare contro il razzismo, l'imperialismo, il totalitarismo, il maschilismo, lo sfruttamento; tutti i giorni occorre lottare per la pace e la solidarieta'.
E per inverare il senso e i fini, i valori e il progetto della Resistenza, della Liberazione, della Costituzione repubblicana, occorre la scelta della nonviolenza.
La nonviolenza deve divenire non solo scelta personale e collettiva quotidiana, regola e metodo condivisi, ma anche politica comune, principio organizzatore della civile convivenza, delle relazioni e delle istituzioni, fondamento delle leggi e dei costumi, realizzazione della democrazia nella sua estensione piu' ampia: omnicrazia, ovvero potere di tutti.
*
Per tutto cio' questo 25 aprile 2014 trova in Italia il suo luogo di chiarificazione e la sua traduzione in proposta d'azione adeguata nell'iniziativa nonviolenta nazionale che si svolge a Verona, l'"Arena di pace e disarmo" che giustamente afferma che "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo" e quindi propone un'autentica e adeguata politica di pace fondata sul disarmo immediato, sul passaggio immediato alla nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 25 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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"IL CONTRIBUTO ANARCHICO ALLA LOTTA ANTIFASCISTA"
UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 24 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione, di studio e di riflessione sul tema: "Il contributo anarchico alla lotta antifascista".
Nel corso dell'incontro sono stati illustrati e commentati gli utilissimi materiali di studio con preziosa bibliografia pubblicati nel fascicolo di aprile del mensile "A. Rivista anarchica" (una delle migliori riviste italiane di politica e cultura) ma anche in precedenti dossier monografici apparsi sullo stesso prestigioso periodico.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha anche ricordato con viva commozione rievocando personali memorie alcune luminose figure di anarchici che diedero un rilevante contributo alla lotta antifascista, come Sauro Sorbini e come Tomaso Serra, maestri e compagni alla cui testimonianza, al cui insegnamento morale e politico il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si sente fortemente legato.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso una volta di piu' un persuaso corale sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 24 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nonviolenti mailing list
Nonviolenti@lists.nonviolenti.org
http://lists.nonviolenti.org/cgi-bin/mailman/listinfo/nonviolenti
Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 24 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione, di studio e di riflessione sul tema: "Il contributo anarchico alla lotta antifascista".
Nel corso dell'incontro sono stati illustrati e commentati gli utilissimi materiali di studio con preziosa bibliografia pubblicati nel fascicolo di aprile del mensile "A. Rivista anarchica" (una delle migliori riviste italiane di politica e cultura) ma anche in precedenti dossier monografici apparsi sullo stesso prestigioso periodico.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha anche ricordato con viva commozione rievocando personali memorie alcune luminose figure di anarchici che diedero un rilevante contributo alla lotta antifascista, come Sauro Sorbini e come Tomaso Serra, maestri e compagni alla cui testimonianza, al cui insegnamento morale e politico il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si sente fortemente legato.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso una volta di piu' un persuaso corale sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 24 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nonviolenti mailing list
Nonviolenti@lists.nonviolenti.org
http://lists.nonviolenti.org/cgi-bin/mailman/listinfo/nonviolenti
domenica 20 aprile 2014
richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Al Ministro della Giustizia
Oggetto: richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Egregio Ministro della Giustizia,
con il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, "Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari", e' stata nuovamente rinviata la chiusura dei manicomi criminali dal primo aprile 2014 al 31 marzo 2015.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha espresso "estremo rammarico" per il rinvio di una disposizione, l'abolizione dei manicomi criminali, "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli".
Da anni il Parlamento si e' espresso per l'abolizione dei manicomi criminali: i manicomi criminali sono infatti una istituzione totale la cui intrinseca disumanita' ripugna alla coscienza civile, una istituzione totale in flagrante conflitto con il rispetto dei diritti umani e con lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione democratica vigente.
Gia' troppo a lungo si e' atteso, attendere oltre e' vieppiu' inammissibile.
Rinviare l'applicazione di una norma - l'abolizione dei manicomi criminali - "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli" (ripetiamo le parole del Presidente della Repubblica) significa mantenere una struttura contraria agli elementari criteri di civilta', ovvero una struttura incivile, barbara, disumana; significa mantenere una struttura contraria al rispetto della dignita' di persone deboli, ovvero una struttura violenta, illegittima, inumana.
Nessun rinvio e' ammissibile: il governo rispetti la volonta' del parlamento, rispetti la legalita' costituzionale, rispetti i diritti umani; sia revocato quell'inammissibile rinvio, e si proceda pertanto all'immediata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
Viterbo, 17 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UNA DELLE PEGGIORI COLPE DI MATTEO SALVINI
Io non mi sono mai considerato 'italiano'. Ho sempre pensato, anche da ragazzino, che "nostra patria è il mondo intero!". Con Lorenzo Milani, ho imparato a ridere dei sacri confini delle patrie. E il concetto stesso di patria per me è cosa indigesta.
Però, ogni volta che sento un leghista parlare, e soprattutto Matteo Salvini, rischio di diventare iper nazionalista: mi vien voglia di fasciarmi in un tricolore e andare in giro a cantare l'Inno di Mameli.
E' grave?
venerdì 18 aprile 2014
IL CONCERTO DI PACE E DISARMO: VERONA, 25 APRILE
È stata affidata al Club Tenco, nella persona di Enrico de Angelis, la direzione artistica del grande raduno nazionale “Arena di Pace e Disarmo” che si terrà il 25 aprile all’Arena di Verona, dalle 14 alle 20, con ingresso libero. Si tratta di una fitta giornata promossa dal Movimento Nonviolento e da circa 200 altri organismi nazionali e locali: reti, organismi, fondazioni, media, centri studi. Vi parteciperanno importanti esponenti della società civile e una dozzina di protagonisti della canzone d’autore italiana. Alla manifestazione sono attese circa diecimila persone da tutta Italia.
Il Club Tenco sarà presente operativamente anche con la regia di Michelangelo Ricci e la presentazione di Antonio Silva, affiancato dalla conduttrice Valeria Benatti. A intervallare gli interventi dei relatori si esibiranno numerosi artisti e musicisti amici del Club Tenco, convocati in base alla loro generosa disponibilità (nessun artista è retribuito) e alla loro sensibilità sui temi del pacifismo e dell’impegno civile. Sono Simone Cristicchi, Vittorio De Scalzi, Eugenio Finardi, Alessio Lega, Alberto Patrucco, Pippo Pollina e David Riondino. Non potrà partecipare l’annunciato Alessandro Mannarino per un infortunio alla spalla. Sono stati invitati anche alcuni artisti gravitanti sulla città di Verona ma di valore artistico nazionale e dal repertorio vicino agli ideali della manifestazione: la cantante Grazia De Marchi, la cantautrice newyorkese ma naturalizzata italiana Deborah Kooperman, il gruppo dei Farabrutto, l’ensemble di 11 voci femminili “Le Bocche di rosa”, e il Nardo Trio, il quale intratterrà l’ingresso del pubblico dalle 13 (ora d’apertura dei cancelli) fino alle 14 con musiche popolari da tutto il mondo.
Anticipata da un appello che ha raccolto migliaia di firme e adesioni, “Arena di Pace e Disarmo” riunisce in un denso programma l’intero movimento pacifista e nonviolento, laico e religioso, della solidarietà e del volontariato, con lo slogan “La resistenza oggi si chiama nonviolenza, la liberazione oggi si chiama disarmo”. Sarà una giornata di impegno e di festa, con tante testimonianze di pace e molta musica di qualità. Sarà anche l’occasione per il lancio della campagna “Disarmo e difesa civile” per la richiesta dell’opzione fiscale affinché i fondi attualmente destinati alle spese militari siano piuttosto devoluti alla costituzione di corpi civili di pace.
Ridurre le spese militari, investire nella prevenzione dei conflitti armati, rilanciare il servizio civile, smilitarizzare i territori: questi alcuni dei temi forti dell’evento, che alternerà testimonianze, musica, letture, video. Parleranno, tra gli altri, padre Alex Zanotelli (missionario comboniano), Lidia Menapace (partigiana e femminista), don Luigi Ciotti (sacerdote antimafia), Alice Mabota (leader pacifista del Mozambico), Gad Lerner (giornalista e scrittore), e molti altri testimoni diretti delle iniziative nonviolente e delle campagne antimilitariste promosse dal variegato movimento per la pace in Italia e all’estero.
Si inizierà già alle ore 12 in piazza Bra, antistante all’Arena: l’inaugurazione vedrà come testimonial Cecilia Strada, mentre la piazza si animerà di flashmob realizzati dagli studenti e dai giovani in servizio civile.
“L’iniziativa – ha spiegato Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento – è il momento centrale e più significativo delle azioni che già sono state messe in atto per chiedere al Governo di rompere la spirale perversa che prevede una spesa di oltre 15 miliardi di euro per l’acquisto di 90 nuovi F35, e di stornare invece quei fondi su investimenti di utilità sociale, aprendo così la strada ad una politica di disarmo nel nostro Paese”.
Molti i media partner. La diretta streaming sarà curata da LanuovaecologiaTV; la diffusione radiofonica dal Popolare Network e Radio Articolo 1.
GABRIEL GARCIA MARQUEZ
Ricordo solo che era un pomeriggio festivo, precedente il Natale, inizi anni '70. Vagavo solitario per Savona quando, in via Giovanni Bosco, dalla vetrina di una libreria che ora non c'è più, sono stato 'chiamato' non dai biscotti al cioccolato, come Snoopy ma da uno strano libro di cui non avevo mai sentito parlare; anche l'autore mi era sconosciuto. Il libro aveva in copertina un galeone, arenato sul greto sassoso di un fiume, nel bel mezzo di una lussureggiante giungla. Il titolo, in bianco, era Cent'anni di solitudine.
Allora, come oggi del resto, uno dei piaceri della vita era comprare libri (di lì a poco, avrei scoperto una di quelle "librerie di movimento", a metà strada tra centro sociale e libreria vera e propria, quella di Giovanni Rosasco, in via Torino, non lontano dalla prima).
Ora non ci sono più: né la libreria di cui non ricordo il nome -e Cent'anni è stato forse l'unico libro che vi ho acquistato- né Rosasco (e Dio solo sa quanto mi manchi, non tanto lui, che da bordighista era divenuto berlusconiano... ma l'atmosfera che si respirava nella sua libreria). Non c'è neanche più Gabriel Garcia Marquez.
Borges ha scritto: "Menino vanto altri delle pagine scritte, io mi vanto di quelle lette" (Elogio dell'Ombra). D'accordo, Marquez non era certo Dostoevskij, però Cent'anni di solitudine l'ho letto sette volte, scoprendo ogni volta qualcosa che mi era sfuggito, qualcosa che mi emoziona, qualcosa...
Gli altri libri -non li ho letti tutti- non mi sono piaciuti. Ma Cent'anni ha qualcosa che ti resta dentro. Grazie a questo libro ho iniziato a bere il caffè amaro (abitudine che ho coltivato per anni, poi sono rinsavito....) ma soprattutto, è grazie anche a questo libro che ho cominciato a vedere le cose in un altro modo. Vorrei ricordare Marquez con l'incipit del suo Romanzo e ringraziarlo per averlo scritto...
«Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito».
Allora, come oggi del resto, uno dei piaceri della vita era comprare libri (di lì a poco, avrei scoperto una di quelle "librerie di movimento", a metà strada tra centro sociale e libreria vera e propria, quella di Giovanni Rosasco, in via Torino, non lontano dalla prima).
Ora non ci sono più: né la libreria di cui non ricordo il nome -e Cent'anni è stato forse l'unico libro che vi ho acquistato- né Rosasco (e Dio solo sa quanto mi manchi, non tanto lui, che da bordighista era divenuto berlusconiano... ma l'atmosfera che si respirava nella sua libreria). Non c'è neanche più Gabriel Garcia Marquez.
Borges ha scritto: "Menino vanto altri delle pagine scritte, io mi vanto di quelle lette" (Elogio dell'Ombra). D'accordo, Marquez non era certo Dostoevskij, però Cent'anni di solitudine l'ho letto sette volte, scoprendo ogni volta qualcosa che mi era sfuggito, qualcosa che mi emoziona, qualcosa...
Gli altri libri -non li ho letti tutti- non mi sono piaciuti. Ma Cent'anni ha qualcosa che ti resta dentro. Grazie a questo libro ho iniziato a bere il caffè amaro (abitudine che ho coltivato per anni, poi sono rinsavito....) ma soprattutto, è grazie anche a questo libro che ho cominciato a vedere le cose in un altro modo. Vorrei ricordare Marquez con l'incipit del suo Romanzo e ringraziarlo per averlo scritto...
«Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito».
giovedì 17 aprile 2014
mercoledì 16 aprile 2014
BREVE UNA LETTERA AD ALCUNI AMICI (A SOSTEGNO DELL'INIZIATIVA DEL 25 APRILE A VERONA)
Il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo, presso l'arena di Verona si svolgera' un incontro nazionale di tutte le persone amiche della nonviolenza persuase del fatto che la guerra e' il suicidio dell'umanita', e quindi - come recita il motto di apertura dell'appello di convocazione - persuase che la Resistenza oggi si chiama nonviolenza, e che la Liberazione oggi si chiama disarmo.
*
Sara' un incontro per commemorare degnamente tutte le vittime delle guerre e delle dittature, per riaffermare il valore della Resistenza, della Liberazione dal nazifascismo, e - aggiungo - della Costituzione della Repubblica Italiana (che della Resistenza e della Liberazione e' il frutto, delle nostre liberta' la prima difesa, e del nostro ordinamento giuridico democratico il fondamento).
Un incontro per opporsi alle guerre e alle uccisioni, per salvare le vite, per proporre due indispensabili scelte: il disarmo, la nonviolenza.
*
Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica a mio modesto avviso un impegno immediato al fine di:
- far cessare immediatamente l'illegale partecipazione militare italiana alla guerra afgana e le altre "missioni" militari fuori del territorio italiano;
- cessare di sperperare i pubblici denari per l'acquisto di armi, cominciando naturalmente con l'immediata definitiva rinuncia alla criminale e insensata realizzazione e al criminale e insensato acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35;
- vietare la presenza in Italia di bombe atomiche;
- rinegoziare le alleanze internazionali, ed in primo luogo adoperarsi per lo scioglimento della Nato e chiedere che siano messi sotto processo i suoi responsabili per gli illegittimi e criminali interventi militari svolti negli scorsi anni in palese conflitto con i principi del diritto internazionale, con la Carta delle Nazioni Unite, con le Costituzioni di almeno alcuni degli stati membri (l'Italia, ad esempio), e - last but not least - con i suoi stessi originari fini cosi' come esplicitamente statuiti e dichiarati.
Ed implica altresi' un impegno immediato al fine di far cessare la persecuzione razzista dei migranti; un impegno immediato per l'immediata abolizione di tutte le scellerate misure razziste, persecutorie e assassine che governi disumani e golpisti hanno imposto in Italia in questi ultimi decenni; e quindi in primo luogo un impegno immediato per abolire i campi di concentramento, per abolire le deportazioni, per abolire il favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato italiano; un impegno immediato per consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, cosi' sconfiggendo le mafie schiaviste e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.
*
Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica inoltre a mio modesto avviso un'azione continua e progressiva al fine di:
- cessare di produrre, commerciare, usare (ed addestrare persone ad usare) le armi; e riconvertire a produzioni esclusivamente civili, di pace e di utilita' sociale le industrie belliche ed armiere;
- abolire l'apparato militare sostituendolo con la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace;
- recuperare ed utilizzare a fini civili, di pace e di utilita' sociale le attuali strutture logistiche militari;
- sciogliere le alleanze militari internazionali e sostituirle con forme nonviolente di cooperazione internazionale e di difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
- praticare politiche nonviolente di pace e di giustizia su scala planetaria, essendovi una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, una sola umanita' composta di esseri umani tutti diversi e tutti eguali in diritti, tutti parimenti titolari del diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
*
Poiche' negli scorsi anni in nome di ipocriti appelli ad una unita' che di fatto si rivelava subalternita' a poteri, pratiche e logiche di violenza molti si sono lasciati indurre a diventare ad un tempo complici sia di politicanti immorali (pretesamente pacifisti quando si trovano all'opposizione ed effettualmente guerrafondai quando si trovano al governo), sia di squadristi e mandanti che sul sangue fatto versare agli altri hanno costruito le loro carriere, mi e' sembrato opportuno scrivere queste parole e proporle alla riflessione.
Ed ugualmente opportuno mi sembra concludere questa lettera citando integralmente la carta programmatica del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, carta programmatica che ancora mi persuade: "Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".
*
La Resistenza continua nella nonviolenza.
La Costituzione repubblicana s'invera nella nonviolenza.
La liberazione dell'umanita' richiede il disarmo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 16 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web:http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Sara' un incontro per commemorare degnamente tutte le vittime delle guerre e delle dittature, per riaffermare il valore della Resistenza, della Liberazione dal nazifascismo, e - aggiungo - della Costituzione della Repubblica Italiana (che della Resistenza e della Liberazione e' il frutto, delle nostre liberta' la prima difesa, e del nostro ordinamento giuridico democratico il fondamento).
Un incontro per opporsi alle guerre e alle uccisioni, per salvare le vite, per proporre due indispensabili scelte: il disarmo, la nonviolenza.
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Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica a mio modesto avviso un impegno immediato al fine di:
- far cessare immediatamente l'illegale partecipazione militare italiana alla guerra afgana e le altre "missioni" militari fuori del territorio italiano;
- cessare di sperperare i pubblici denari per l'acquisto di armi, cominciando naturalmente con l'immediata definitiva rinuncia alla criminale e insensata realizzazione e al criminale e insensato acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35;
- vietare la presenza in Italia di bombe atomiche;
- rinegoziare le alleanze internazionali, ed in primo luogo adoperarsi per lo scioglimento della Nato e chiedere che siano messi sotto processo i suoi responsabili per gli illegittimi e criminali interventi militari svolti negli scorsi anni in palese conflitto con i principi del diritto internazionale, con la Carta delle Nazioni Unite, con le Costituzioni di almeno alcuni degli stati membri (l'Italia, ad esempio), e - last but not least - con i suoi stessi originari fini cosi' come esplicitamente statuiti e dichiarati.
Ed implica altresi' un impegno immediato al fine di far cessare la persecuzione razzista dei migranti; un impegno immediato per l'immediata abolizione di tutte le scellerate misure razziste, persecutorie e assassine che governi disumani e golpisti hanno imposto in Italia in questi ultimi decenni; e quindi in primo luogo un impegno immediato per abolire i campi di concentramento, per abolire le deportazioni, per abolire il favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato italiano; un impegno immediato per consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, cosi' sconfiggendo le mafie schiaviste e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.
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Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica inoltre a mio modesto avviso un'azione continua e progressiva al fine di:
- cessare di produrre, commerciare, usare (ed addestrare persone ad usare) le armi; e riconvertire a produzioni esclusivamente civili, di pace e di utilita' sociale le industrie belliche ed armiere;
- abolire l'apparato militare sostituendolo con la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace;
- recuperare ed utilizzare a fini civili, di pace e di utilita' sociale le attuali strutture logistiche militari;
- sciogliere le alleanze militari internazionali e sostituirle con forme nonviolente di cooperazione internazionale e di difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
- praticare politiche nonviolente di pace e di giustizia su scala planetaria, essendovi una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, una sola umanita' composta di esseri umani tutti diversi e tutti eguali in diritti, tutti parimenti titolari del diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Poiche' negli scorsi anni in nome di ipocriti appelli ad una unita' che di fatto si rivelava subalternita' a poteri, pratiche e logiche di violenza molti si sono lasciati indurre a diventare ad un tempo complici sia di politicanti immorali (pretesamente pacifisti quando si trovano all'opposizione ed effettualmente guerrafondai quando si trovano al governo), sia di squadristi e mandanti che sul sangue fatto versare agli altri hanno costruito le loro carriere, mi e' sembrato opportuno scrivere queste parole e proporle alla riflessione.
Ed ugualmente opportuno mi sembra concludere questa lettera citando integralmente la carta programmatica del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, carta programmatica che ancora mi persuade: "Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".
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La Resistenza continua nella nonviolenza.
La Costituzione repubblicana s'invera nella nonviolenza.
La liberazione dell'umanita' richiede il disarmo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 16 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web:http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
IMMEDIATA ABOLIZIONE DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Alla Ministra della Salute
Oggetto: richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Gentile Ministra della Salute,
con il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, "Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari", e' stata nuovamente rinviata la chiusura dei manicomi criminali dal primo aprile 2014 al 31 marzo 2015.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha espresso "estremo rammarico" per il rinvio di una disposizione, l'abolizione dei manicomi criminali, "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli".
Da anni il Parlamento si e' espresso per l'abolizione dei manicomi criminali: i manicomi criminali sono infatti una istituzione totale la cui intrinseca disumanita' ripugna alla coscienza civile, una istituzione totale in flagrante conflitto con il rispetto dei diritti umani e con lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione democratica vigente.
Gia' troppo a lungo si e' atteso, attendere oltre e' vieppiu' inammissibile.
Rinviare l'applicazione di una norma - l'abolizione dei manicomi criminali - "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli" (ripetiamo le parole del Presidente della Repubblica) significa mantenere una struttura contraria agli elementari criteri di civilta', ovvero una struttura incivile, barbara, disumana; significa mantenere una struttura contraria al rispetto della dignita' di persone deboli, ovvero una struttura violenta, illegittima, inumana.
Nessun rinvio e' ammissibile: il governo rispetti la volonta' del parlamento, rispetti la legalita' costituzionale, rispetti i diritti umani; sia revocato quell'inammissibile rinvio, e si proceda pertanto all'immediata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
Viterbo, 15 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Oggetto: richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Gentile Ministra della Salute,
con il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, "Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari", e' stata nuovamente rinviata la chiusura dei manicomi criminali dal primo aprile 2014 al 31 marzo 2015.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha espresso "estremo rammarico" per il rinvio di una disposizione, l'abolizione dei manicomi criminali, "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli".
Da anni il Parlamento si e' espresso per l'abolizione dei manicomi criminali: i manicomi criminali sono infatti una istituzione totale la cui intrinseca disumanita' ripugna alla coscienza civile, una istituzione totale in flagrante conflitto con il rispetto dei diritti umani e con lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione democratica vigente.
Gia' troppo a lungo si e' atteso, attendere oltre e' vieppiu' inammissibile.
Rinviare l'applicazione di una norma - l'abolizione dei manicomi criminali - "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli" (ripetiamo le parole del Presidente della Repubblica) significa mantenere una struttura contraria agli elementari criteri di civilta', ovvero una struttura incivile, barbara, disumana; significa mantenere una struttura contraria al rispetto della dignita' di persone deboli, ovvero una struttura violenta, illegittima, inumana.
Nessun rinvio e' ammissibile: il governo rispetti la volonta' del parlamento, rispetti la legalita' costituzionale, rispetti i diritti umani; sia revocato quell'inammissibile rinvio, e si proceda pertanto all'immediata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
Viterbo, 15 aprile 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
lunedì 14 aprile 2014
ANARCHIA NON VUOLE DIRE BOMBE...MA GIUSTIZIA NELLA LIBERTA'
Cos'altro aggiungere? Anarchia in salsa nonviolenta, giacché dei violenti ne abbiamo
le tasche piene!
domenica 13 aprile 2014
CAPPELLANI MILITARI: STELLETTE E STIPENDI
Mosaico dei giorni
Cappellani militari stellette e stipendi
12 aprile 2014 - Tonio Dell'Olio
La notizia era apparsa sul quotidiano La Stampa lo scorso 8 aprile. Diceva che era iniziato un processo di revisione tra Santa Sede e Ministero della Difesa italiano sullo status dei cappellani militari. Attualmente ne sono in servizio 173 e, per il loro mantenimento, si spendono circa 20 milioni all’anno. La mia personale convinzione, così come quella di movimenti come Pax Christi e di tanti altri cattolici, è che è giusto e opportuno garantire l’assistenza spirituale dei militari di ogni fede, ma che si può farlo con molta più libertà e povertà evangelica senza indossare la divisa, senza stellette, senza gradi e senza un lauto stipendio se non quello che normalmente i preti percepiscono dal Sostentamento del clero. Nella notizia diffusa dalla stampa eravamo al punto in cui i cappellani avrebbero rinunciato semplicemente ai gradi con tutto ciò che questo comporta. Ma mentre Pax Christi ha diramato un comunicato stampa (http://www.paxchristi.it/?p=8566) con cui “accoglie positivamente la notizia”, l’Ordinariato militare fa sapere che: “La notizia ripresa da organi di stampa ed enfatizzata con superficialità da talune associazioni risulta assolutamente infondata” (http://www.ordinariato.it/). Peccato! Per la riduzione della spesa di cui l’Italia ha bisogno, per l’occasione perduta di una testimonianza profumata di Vangelo, per una maggiore credibilità della comunità credente.
http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/40012.html
________________________________________
Mosaico di pace
Via Petronelli n.6
76011 Bisceglie (BT)
tel. 080-395.35.07
fax 080-395.34.50
www.mosaicodipace.it
(20.000.000/173)=113.636/12= 9.469 euro mensili pro capite (a testa per cappellano)...volete sapere quanto prendo io di stipendio? più o meno un settimo...
Cappellani militari stellette e stipendi
12 aprile 2014 - Tonio Dell'Olio
La notizia era apparsa sul quotidiano La Stampa lo scorso 8 aprile. Diceva che era iniziato un processo di revisione tra Santa Sede e Ministero della Difesa italiano sullo status dei cappellani militari. Attualmente ne sono in servizio 173 e, per il loro mantenimento, si spendono circa 20 milioni all’anno. La mia personale convinzione, così come quella di movimenti come Pax Christi e di tanti altri cattolici, è che è giusto e opportuno garantire l’assistenza spirituale dei militari di ogni fede, ma che si può farlo con molta più libertà e povertà evangelica senza indossare la divisa, senza stellette, senza gradi e senza un lauto stipendio se non quello che normalmente i preti percepiscono dal Sostentamento del clero. Nella notizia diffusa dalla stampa eravamo al punto in cui i cappellani avrebbero rinunciato semplicemente ai gradi con tutto ciò che questo comporta. Ma mentre Pax Christi ha diramato un comunicato stampa (http://www.paxchristi.it/?p=8566) con cui “accoglie positivamente la notizia”, l’Ordinariato militare fa sapere che: “La notizia ripresa da organi di stampa ed enfatizzata con superficialità da talune associazioni risulta assolutamente infondata” (http://www.ordinariato.it/). Peccato! Per la riduzione della spesa di cui l’Italia ha bisogno, per l’occasione perduta di una testimonianza profumata di Vangelo, per una maggiore credibilità della comunità credente.
http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/40012.html
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Mosaico di pace
Via Petronelli n.6
76011 Bisceglie (BT)
tel. 080-395.35.07
fax 080-395.34.50
www.mosaicodipace.it
(20.000.000/173)=113.636/12= 9.469 euro mensili pro capite (a testa per cappellano)...volete sapere quanto prendo io di stipendio? più o meno un settimo...
lunedì 7 aprile 2014
PER ALTERNATIVA X ALBENGA
AMICI,
SIMPATIZZANTI E DELUSI DALLA POLITICA,
Alternativa x Albenga e il candidato Sindaco Davide Milani,
abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi per vincere e poter realizzare il nostro programma politico, innovativo e partecipativo reale, mirato esclusivamente agli interessi della città di Albenga e non agli interessi di pochi.
La necessità impellente ora è di andare in Comune, all'ingresso del portone principale, a firmare x sostenere la nostra lista. Per far questo serve essere elettori residenti ad Albenga e non aver firmato per altre liste.
Orari: dal Lunedì al Venerdì 08.30 - 13.00
Martedi e Giovedì 15,30 - 17.30
Un altro modo per aiutarci, è condividere i post su FB e su TW.
Grazie da parte di tutti noi della lista e ... facciamo RETE!!!!!
Alternativa x Albenga e il candidato Sindaco Davide Milani,
abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi per vincere e poter realizzare il nostro programma politico, innovativo e partecipativo reale, mirato esclusivamente agli interessi della città di Albenga e non agli interessi di pochi.
La necessità impellente ora è di andare in Comune, all'ingresso del portone principale, a firmare x sostenere la nostra lista. Per far questo serve essere elettori residenti ad Albenga e non aver firmato per altre liste.
Orari: dal Lunedì al Venerdì 08.30 - 13.00
Martedi e Giovedì 15,30 - 17.30
Un altro modo per aiutarci, è condividere i post su FB e su TW.
Grazie da parte di tutti noi della lista e ... facciamo RETE!!!!!
mercoledì 2 aprile 2014
COMUNICATO STAMPA DI STOP OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Ospedali Psichiatrici Giudiziari chiusura rinviata con decreto: si protrae sofferenza, il Parlamento stabilisca norme più stringenti nella conversione in legge della proroga.
Comunicato stampa stopOPG
Roma, 1 aprile 2013.
Il primo aprile scadeva il termine fissato dalla legge per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e invece, come previsto, il Governo ha approvato un decreto di proroga per un altro anno. Si protrae così la grande sofferenza per le persone, quasi mille, ancora internati nei sei Opg presenti sul territorio nazionale, definiti dal Presidente della Repubblica Napolitano strutture indegne per un Paese civile.
Avevamo detto che non era accettabile una proroga senza fissare precisi vincoli. In questo senso il nuovo decreto contiene due importanti novità: 1) tra sei mesi “commissariamento”per le regioni inadempienti 2) dovere del Giudice (anche di sorveglianza) di verificare se in luogo del ricovero in un OPG può essere adottata nei confronti dell’infermo di mente una diversa misura di sicurezza. Bisognerà capire quanto queste norme siano effettivamente “vincolanti”, ma, indubbiamente, si tratta di primi passi nella direzione auspicata. Anche se non bastano.
Ora lavoreremo in sede di conversione del decreto in legge per introdurre disposizioni più stringenti (es. obbligo dei progetti di cura e riabilitazione individuali), che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione, che, insieme al non invio in Opg delle misure di sicurezza provvisorie, possono davvero “svuotare” l’Opg. Ciò vuol dire far diventare le REMS - i cosiddetti “mini Opg” regionali previsti dalla legge - “inutili” o quantomeno residuali. Per questo i finanziamenti destinati alla chiusura degli OPG vanno utilizzati subito per potenziare i servizi di salute mentale; ciò vale non solo per gli internati ma per tutti i cittadini, per rendere a pieno titolo efficace la Legge 180. Da ultimo deve essere fissato un termine alla misura di sicurezza, per porre fine ai tanti “ergastoli bianchi”.
Sappiamo che per abolire l’Opg, e fermare nuovi internamenti, bisogna cambiare il codice Rocco. A maggior ragione è importante che intanto il decreto riporti l’attuale processo di superamento degli Opg “nella carreggiata” della Legge 180, che chiudendo i manicomi ha tracciato la strada per restituire diritti e cittadinanza.
p. stopOPG nazionale
Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice
martedì 1 aprile 2014
ALTERNATIVA PER ALBENGA
Cari amici,
se siete di Albenga, o avete amici, parenti, conoscenti, invitateli a votare alle prossime elezioni comunali per la lista Alternativa per Albenga.
Visitate la pagina fb Alternativa x Albenga
LEGA NORD: IN "PADANIA" NON SOLO GLI ASINI VOLANO. ANCHE LE ORATE...
P'er c'arità, un' e'rrore p'uò sc'appare a' t'utti!
E, s'i s'a ch'i è' s'enza p'eccato, s'cagli l'a p'rima 'pietra (s'cusate: h'o s'bagliato: d'ovevo s'crivere p'ietra!).
F'orse, l'authore della auttoadessivo si è laurreato a tirana, in lighua italianna con il filio di bossi...
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