Pubblico di seguito due righe sul volume di Orwell, un brano dal sito dei giovani padani (si sa: la gioventù è un problema passeggero!) e un altro brano tratto dal quotidiano La Repubblica.
Pubblico questi testi a futura memoria degli elettori leghisti...
Oggi la Catalunya può fare un passo da gigante
Giovanni Polli, da la Padania 18/6/06
urne aperte, Prevista la vittoria dei sì
«Oggi la Catalunya può fare un passo da gigante»
Il presidente della Generalitat invita a approvare il nuovo Statuto. Gli indipendentisti: «Non ci basta»
GIOVANNI POLLI
«Credo sia il mio dovere, come presidente dei catalani, farvi arrivare un messaggio di ottimismo e di speranza per il nostro futuro. Abbiamo nelle nostre mani, lo dico con franchezza, la possibilità di fare un passo da gigante come Paese». Il presidente della Generalitat de Catalunya, Pasqual Maragall, si è speso in prima persona con un discorso rivolto al suo popolo per invitarlo a votare con massima fiducia il sì al referendum per il nuovo Statuto. Le urne sono aperte oggi, domenica 18 giugno, e la Generalitat comunica che sono iscritti al voto 5 milioni 309 mila e 767 catalani. Sono 857mila e 971 di più rispetto a quanti votarono il sì al referendum per l’approvazione del vecchio Statuto nel 1979. Maragall, nel suo appello, ricorda che proprio grazie alla prima forma di autonomia, già molto avanzata, il Paese ha fatto enormi progressi: «Le nostre imprese ne acquistano altre. Le nostre città sono considerate come esempi da imitare. Le nostre scuole migliorano una tradizione propria iniziata già cent’anni fa. I nostri ospedali sono di qualità. Quello delle biotecnologie è in Catalunya il settore che cresce più in fretta». Un bilancio più che positivo per una “nazionalità” (la definizione è quella della Costituzione spagnola) che ha bisogno di crescere, e per farlo ha bisogno di ancora più autonomie, ancora più risorse proprie rispetto a quelle gettate nel calderone di Madrid.
Il presidente vola alto nel suo discorso, e ricorda che ora è il momento di «adattare la nostra legge ai nostri tempi» e che «bisogna riconoscere chiaramente che percepiamo la Catalunya come una nazione».
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Spagna, Ue pronta a intervento rapido
Catalogna chiede aiuto al governo
Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha elogiato le misure decise da Madrid "forti e coraggiose. Pronti ad aiutare il Paese". Rajoy: "Aiuteremo Barcellona come in molte altre occasioni"
MILANO - Per la Spagna "siamo pronti ad intervenire sulla base di un breve preavviso": lo ha detto il presidente del consiglio Ue Herman Van Rompuy nel corso della conferenza stampa congiunta col premier spagnolo Mariano Rajoy.
La Spagna - ha aggiunto il presidente del Consiglio Ue - ha intrapreso misure "decise e coraggiose. Tutti i soci europei si rendono conto della grandezza delle riforme adottate. Bisogna applicare queste riforme in pieno". E per questo i leader del Vecchio continente "hanno dimostrato la loro volontà di aiutare la Spagna".
Rajoy ha, tuttavia, negato che siano in corso negoziati per chiedere un salvataggio del Paese limitandosi a dire che il governo farà "il necessario nell'interesse degli spagnoli". La situazione del Paese resta comunque critica. Proprio oggi il governo catalano ha formalizzato la richiesta di aiuti per 5,023 miliardi al Fondo di liquidità regionale del ministero delle Finanze, per affrontare i pagamenti in scadenza nell'ultimo trimestre dell'anno e coprire il deficit di bilancio.
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