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giovedì 12 settembre 2013

MILANO DI NUOVO BALUARDO ANTIFASCISTA



Era tutto pronto, e anche nei minimi dettagli: il raduno di molti accorpamenti europei neonazisti e neofascisti, da tempo annunciato con la consueta retorica che accompagna lo stile di Forza Nuova, doveva cominciare oggi a Milano.
Simbolo dell'evento un cavaliere in armatura inginocchiato per ricevere la ''sacra unzione'' della sua missione: a corona di questa medioevale effigie, ecco la lista dei partitini nazifascisti di tutta Europa pronti a nobilitare il suolo italico con la loro possente stirpe e virile presenza, impavidi di fronte ad ogni oppositore che voglia impedire lo svolgersi di questo, a sentir loro, legittimo avvenimento. O forse no. Perché, a quanto pare Milano
Sindaco in testa la città ha ricordato agli organizzatori di essere stata e di voler essere ancora il luogo che sessantotto anni fa diede con Genova il via all'insurrezione che contribuì a liberare per sempre dall'Italia il fascismo come forma di Stato.
Un atto forte, un grido antifascista di pace e politica attivista che vede in Pisapia e in gran parte della società civile del capoluogo lombardo gli attori principali di un ritrovato stato di chiarezza su questo spinoso tema.
Sì, perché vi erano stati dei precedenti, ma l'amministrazione Moratti aveva cercato di dribblare la cosa, spesso fingendo di non accorgersi che sedicenti circoli culturali erano
Embè dirà qualcuno? Esiste o non esiste la libertà d'opinione? Certo che esiste, nessuno lo mette in dubbio, ma l’apologia di fascismo e - per estensione - il nazismo ad esso collegato e di esso sinonimo, è reato in Italia.
Pare sia difficile capirlo, soprattutto in un Paese come il nostro dove i condannati non solo vogliono continuare a sedere in Senato, ma aspirano pure, disinteressandosi totalmente del futuro di milioni di connazionali, a far cadere il governo per riprendere il potere.
Bene, oggi il potere, quello democratico degli elettori e dei cittadini, ha detto che non vuole i nazisti a Milano.
L’Anpi milanese, ad esempio, cita il Sindaco, il quale ha definito il raduno ''uno sfregio per la città'', e chiede ufficialmente che la questura e la prefettura impediscano la manifestazione. Prontamente la Comunità ebraica milanese, per bocca del responsabile ai rapporti istituzionali Daniele Nahum si unisce al coro e definisce ''inaccettabili'' manifestazioni di questo tipo e annuncia che negli stessi giorni verrà organizzata una grande mobilitazione democratica per contrastare questi pericolosi revanchismi.
E cosa fanno i possenti nazifascisti? Quello che fecero sessantotto anni fa: scappano da Milano e cercano di spostare la loro reunion in provincia di Como, Milano sparisce dai manifesti, sostituito da un non ben precisato luogo a nord di Milano.
Sappiamo ora che verranno ospitati a Cantù. Questi signori dimostrano di non conoscere la storia poiché i dintorni del lago di Como non porta un granché bene all'estrema destra italiana. O magari si tratta di destino. L'importante è che Milano sia, oggi come in quel lontano 1945, insorta con contro le ingiustizie e le discriminazioni e ci faccia sentire orgogliosi di essere italiani.
Fabio Pizzi


http://www.unimondo.org/Notizie/Milano-di-nuovo-baluardo-anti-fascista-142439

mercoledì 11 settembre 2013

CONTRO LA MANIFESTAZIONE NEONAZISTA, CONTRO TUTTE LE DESTRE, CONTRO TUTTI I RAZZISTI!

L’ANPI Regionale ha organizzato, con tutti i Comitati Provinciali Lombardia, e con l'adesione delle altre forze sociali politiche e sindacali democratiche, nonché della Comunità Ebraica di Milano, la manifestazione a Como di giovedì 12 settembre, nel luogo del Monumento alla Resistenza Europea, prendendo certo spunto dal raduno neo-nazifascista che si è saputo da poco dovrebbe svolgersi a Cantù, ma intendendo dare un significato più ampio alla presa di posizione del mondo democratico: vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni rispetto alla necessità di contrastare i rigurgiti del nazifascismo in Italia e in Europa, ma anche alla necessità di riconoscere e combattere oggi il fascismo di sempre.
Noi abbiamo chiesto fermamente alla giunta comunale di Cantù, al Prefetto e al Questore di Como che vietino il raduno, e se ciò non avvenisse non potremo che stigmatizzare comportamenti contrari allo spirito e alla lettera della nostra Costituzione e delle sue Leggi attuative. A questi rappresentanti delle Istituzioni Repubblicane rivolgiamo una doverosa precisazione: qui non si tratta di tutelare la libertà di pensiero e di riunione, ma di sanzionare l’incitamento all’odio, alla discriminazione razziale, alla soppressione delle libertà democratiche.
I poteri dello Stato, sia centrali che locali, dunque, sono chiamati a salvaguardare non solo l’ordine pubblico, ma anche l’ordine repubblicano, che non consente l’istigazione al nazifascismo, all’odio e al razzismo.
Sarebbe giusto e doveroso che il Ministro degli Interni diffondesse notizie circostanziate circa i gruppi europei invitati al raduno di Cantù, fornendo conoscenze e direttive ai propri rappresentanti sul territorio.
Non spetta all’ANPI impedire fisicamente le riunioni fasciste, ma appunto, alle Istituzioni repubblicane.
Spetta all’ANPI sollecitarle a ciò, e sensibilizzare gli italiani rispetto al permanere del fascismo di sempre e all’innesto su di esso di nuovi fascismi.
Questo è il senso della manifestazione a Como di tutte le ANPI di Lombardia e del loro impegno quotidiano nel territorio di competenza.
L'ANPI Regionale esprime piena solidarietà alle forze democratiche ed antifasciste di Cantù per l'offesa arrecata dalla sbagliatissima scelta di consentire il raduno neonazista nel loro Comune. 
Milano, 11 settembre 2013 
A.N.P.I. LOMBARDIA
Il Presidente
Tullio Montagna

martedì 10 settembre 2013

L'AGGRESSIONE CONTRO CECILE KYENGE E I CRIMINALI D'ODIO DA PERSEGUIRE

da gennarocarotenuto  5 set 2013

Da mesi (l’ultimo episodio è avvenuto a Ostia) un ministro della Repubblica, Cécile Kyenge, è oggetto di una persecuzione criminale fatta di un crescendo di gesti tenebrosi, provocazioni, offese, minacce, aggressioni che sempre più paventano quella fisica e con i quali la società civile non può accettare di convivere.  Tali gesti sono inequivocabilmente inseribili tra i cosiddetti «crimini d’odio» riconosciuti dalla Legge Mancino (205/1993). Questa sanziona non solo gli atti violenti ma anche l’istigazione e l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Non ci troviamo quindi solo di fronte ad un evidente imbarbarimento della vita politica italiana, con spezzoni della società letteralmente impazziti per la stessa idea -per loro intollerabile- che una donna di pelle nera possa essere cittadina e ministra e che considerano anche il solo dibattere sul diritto di cittadinanza ai ragazzi nati in Italia come una provocazione intollerabile. Ci troviamo di fronte ad una sistematica e organizzata aggressione contro una cittadina e donna politica alla quale sempre più è conculcato il diritto a svolgere il proprio mandato, a partecipare a iniziative pubbliche, a vivere serenamente nel proprio paese (arrivando all’infamia di minacciarne l’incolumità delle sue bambine). Tali azioni sono evidentemente organizzate, coordinate e finalizzate a trarre vantaggi politici. 
Anche se tali aggressioni sono venute da un ampio spettro di soggetti (inclusi esponenti di un  partito di governo quale il PdL) ed in forme diverse, alcune organizzazioni politiche di estrema destra, Forza Nuova e Lega Nord in particolare, stanno evidentemente conducendo tali campagne d’odio allo scopo di farsi propaganda, stare sui media, ottenere benefici. È una speculazione che è anche un’aggravante e se ne scorge il disegno, di fronte alla crisi di sistema che viviamo, della volontà di creare un’area politica analoga a quella dei neo-nazisti di Alba Dorata in Grecia allo scopo di entrare o restare nelle istituzioni democratiche svuotandole discriminando parte della nostra comunità. Particolare aberrazione è che le aggressioni a un ministro che, suo malgrado, è divenuto un simbolo della lotta al razzismo vengono ipocritamente spacciate (anche da alcuni media) come un malinteso, fuorviante diritto alla libertà d’espressione (che non è mai diritto all’odio e alla discriminazione). 
Di fronte a decine di episodi evidentemente coordinati e dietro buona parte dei quali è lecito scorgere una regia e una prassi politica odiosa, è tempo che non solo la società civile ma le istituzioni e il governo prendano atto che non basta più perseguire penalmente gli autori materiali di tali atti. È necessario mettere fuori legge tali organizzazioni arrivandone allo scioglimento. Non esiste libertà di discriminazione.

Ringrazio Fabionews per la segnalazione

venerdì 6 settembre 2013

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA GUERRA, MAURO

Caro (e con quel che ci costa l'esercito, è proprio il caso di dirlo!), Ministro,
mi sono chiesto più volte come si senta un ex obiettore di coscienza al servizio militare a sedere sulla poltrona del Ministero della Difesa...
...mi perdoni la citazione, ma se già i romani si chiedevano chi ci difenda dalla difesa, ci sarà stato un motivo, le pare?
Ma torniamo a noi: anch'io sono un ex obiettore al servizio militare: ho trascorso 20 mesi bellissimi a fare esperienze formative, per me e per gli altri, invece di fare il soldatino. Lo rifarei domani, mi creda. Quello che non capisco è come faccia Lei a fare il ministro e magari a portare il nostro (?) paese in una guerra voluta dai soliti guerrafondai. Se non ho letto male, ci sono già due navi italiane salpate verso la Siria.
Lo so: è forse più semplice fare il ministro che essere coerente con la propria obiezione di coscienza: l'esercito vuole l'obbedienza. Don Milani scriveva che l'obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni...
...non si preoccupi: noi antimilitaristi, pacifisti e nonviolenti, siamo quattro fessi che non sono mai riusciti a fermare una guerra. Non ci riusciremo neanche questa volta.  Le chiedo solo un favore, se può farmelo: non parli anche a nostro nome. Non ci stiamo e non ci beviamo le solite fandonie:anche l'altra volta, con Saddam, l'avevate colto con la pistola fumante, con le famose armi di distruzione di massa...Abbiamo visto come è andata a finire!

E, torno a chiederle, ancora una volta: ma quanto ci costa l'esercito? Lo chiedo a lei che non si è vergognato neanche un po' a dire che avevamo già speso 3,200 miliardi di euro (lo scrivo in cifre, magari fa più impressione: 3.200.000.000) per adattare la portaerei ai nuovi cacciabombardieri. Già il presidente degli Stati Uniti, Eisenhower, che certo  non era un pericoloso sovversivo anarchico, ne un facinoroso comunista, nè un pernicioso pacifista, diceva (ai suoi tempi, nel 1945) che un bombardiere di allora costava come un ospedale. Pensi quelli che voi (lei, i governi Monti Berlusconi e di Centrosinistra) avete acquistato, quanto ci costano e come potevamo spendere quei soldi. Vuole qualche consiglio? 


Cordialmente (?) 
Giuliano Falco

BERLUSCONI: NO AL VIDEOMESSAGGIO



lunedì 2 settembre 2013

REFERENDUM RADICALI: FIRMO SOLO CONTRO LA BOSSI FINI E LA LEGGE GIOVANARDI

Devo ammetterlo: la mia simpatia per i radicali, se mai c'è stata, risale a decine di anni fa, ai tempi delle lotte per la legge sulla obiezione di coscienza al servizio militare...

...ora tornano alla carica con altri referendum, firmati anche da Silvio Berlusconi...

...io firmerò solo quello contro la bossi fini (sperando che la sua abrogazione, in caso di vittoria, non restauri l'indegna turco-napolitano) e quello contro la legge giovanardi...

tra l'altro, quello che mi manda in bestia è che, anche sul sito, c'è scritto "radicali, liberali, liberisti, libertari", perchè anche non libertini, già che ci sono? che c'entrano i libertari con i liberali e i liberisti? Nulla!

domenica 1 settembre 2013

LA SCUOLA RIPUDIA LA GUERRA

Cari amici,
fate girare la notizia: Pax Christi ha promosso questa campagna. Spero vi aderiscano molte scuole...
Per avere più notizie leggete il precedente post o andate sul sito di Pax Christi...

Grazie